Choc a Napoli, bimbo di tre anni morto al Santobono: la Procura indaga per omicidio colposo

Choc a Napoli, bimbo di tre anni morto al Santobono: la Procura indaga per omicidio colposo
di Leandro Del Gaudio e Antonio Cimmino
Sabato 30 Dicembre 2017, 10:15 - Ultimo agg. 17:13
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Hanno acquisito le carte, i documenti clinici riconducibili alla permanenza del piccolo - purtroppo drammaticamente breve - all'interno dello stesso ospedale: al Santobono, dove il bambino è stato visitato due sere fa e dove è ritornato in fin di vita nelle prime ore di ieri mattina. Un caso tutto da approfondire, che ha spinto la Procura di Napoli a delegare indagini di ampio raggio sull'ospedale napoletano, da sempre segnalato come il top delle eccellenze sanitarie del paese. Omicidio colposo è l'accusa ipotizzata dai pm per la morte di Cristian Corso: al momento si procede contro ignoti, anche se è facile pensare che già a partire da questa mattina il quadro delle persone intervenute sarà più chiaro, al punto tale da rendere doverosa l'iscrizione nel registro degli indagati dei singoli professionisti coinvolti. Ma restiamo alla cronaca di una vicenda drammatica, che riguarda la fine di un bambino di soli tre anni: giovedì sera, Cristian è stato accompagnato dai genitori all'ospedale pediatrico Santobono. Proveniva da un comune vesuviano (anche se la famiglia da anni vive a Brescia ed era tornata nel Napoletano per le feste di Natale) e al pronto soccorso è stato ricevuto in codice verde.

Non sembrava una situazione grave. Fatto sta che i sanitari hanno riscontrato segni di infiammazione delle vie aree, dolori addominali e diarrea. Nel giro di pochi minuti, il piccolo viene visitato, gli viene praticata un'ecografia: il quadro clinico spinge però i sanitari a non disporre il ricovero del bambino.

Al momento della visita all'ospedale Santobono, il piccolo non aveva febbre (che era stata invece riscontrata dai parenti alcune ore prima), quanto basta a spingere i medici a limitarsi a prescrivere alcuni farmaci, oltre a disporre un controllo presso il medico curante nel giro delle successive 24 ore. È così che giovedì sera Cristian viene lasciato andare a casa. Ieri mattina, l'epilogo drammatico. Il bimbo è tornato in ospedale. È giunto nel nosocomio pediatrico dell'area collinare di Napoli, intorno alle sette del mattino, accompagnato dal 118 al pronto soccorso in arresto cardiaco: nonostante le procedure rianimatorie, il bambino alle 7.43 è deceduto.
 
Immediate le verifiche interne. I sanitari dell'ospedale hanno richiesto un riscontro autoptico e la direzione aziendale ha affidato a una commissione costituita dal direttore medico del presidio, dal responsabile del rischio clinico e dal professor Pierpaolo Di Lorenzo, medico legale della Università degli Studi di Napoli Federico II, l'incarico di verificare e riferire sull'accaduto.

Immediata una nota da parte del Santobono: «La direzione dell'azienda - si legge nella nota - fiduciosa nell'azione delle autorità competenti, così come della professionalità e abnegazione dei propri sanitari, esprime alla famiglia sentite condoglianze e la più fattiva vicinanza, assicurando la massima collaborazione nell'individuare le cause della dolorosa vicenda». Inevitabile l'apertura di un'inchiesta. Al lavoro il pm Catello Maresca, magistrato in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione, che questa mattina sarà affiancato da un collega che si occupa del ramo colpe mediche. Indagine delegata al commissariato Vomero, al via i primi accertamenti. Sono stati acquisiti gli incartamenti legati al primo e al secondo accesso del piccolo all'interno del pronto soccorso, ma anche tutto ciò che disciplina i protocolli di permanenza all'interno della struttura sanitaria.

Sono stati inoltre ascoltati alcuni potenziali soggetti informati dei fatti, anche per capire quali sono le prassi che disciplinano il ricovero in presenza di un caso non segnalato come codice rosso.

Una serie di verifiche che renderanno - a partire da questa mattina - inevitabili le prime iscrizioni nel registro degli indagati, anche per consentire ai diretti interessati di difendersi con la nomina di un avvocato ma anche di un probabile consulente. Saranno gli esami autoptici a stabilire cosa è accaduto, cosa ha provocato un arresto cardiaco. Decisivo anche mettere a fuoco le eventuali valutazioni fatte subito dopo l'ecografia, anche e soprattutto in relazione alla decisione di rispedire a casa un bambino che sarebbe deceduto di lì alle prossime ore.
 

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