Raid sul lungomare di Napoli, nel branco i figli dei boss dell'Arenaccia

Raid sul lungomare di Napoli, nel branco i figli dei boss dell'Arenaccia
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 17 Aprile 2018, 07:00
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«Erano almeno in quindici. Tutti ragazzini, di certo molti di loro minorenni. Si sono lanciati improvvisamente su un altro giovane che era in compagnia di un amico, e lì giù botte da orbi. Era dopo la mezzanotte tra sabato e domenica. E hanno massacrato un 17enne, riducendogli il volto in una maschera di sangue». A parlare al Mattino è uno dei (molti) testimoni oculari che due notti fa hanno assistito al violentissimo pestaggio di un adolescente che è finito in ospedale con gravissimi traumi al volto, e che in queste ore viene sottoposto a un delicato intervento chirurgico che dovrà ricostruirgli zigomi e setto nasale. «Assurdo - dichiara la madre della giovane vittima - quello che è accaduto a mio figlio non deve più accadere a nessuno». Ma nel frattempo su una radio cittadina a microfoni aperti molti genitori confidano: «Daremo ai nostri figli bombolette di spray urticanti per difendersi dalle babygang».
 
Subito dopo il ricovero al pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini di Salvatore P. - il 17enne incensurato dei Quartieri Spagnoli colpito con calci e pugni al viso dal branco di violenti - sono scattate le indagini della Polizia di Stato. In azione gli uomini del commissariato San Ferdinando: i quali, sin già prima che spuntasse l'alba di domenica, avevano scandagliato ogni angolo di via Partenope alla ricerca di un coltello, un'arma spuntata nel bel mezzo del pestaggio, che avrebbe lievemente ferito anche il secondo adolescente che cercava di difendere l'amico accerchiato e preso a botte da oltre una decina di minorenni. Salvatore, come l'altro amico ed un terzo miracolosamente rimasto illeso, sono bravi ragazzi. «Non conoscevano gli aggressori - spiega un familiare - E stavano tornando a casa, al Cavone. Studia, e ha un grandissimo talento per il disegno, motivo per cui collabora con RiciclArte Miniera, il laboratorio messo in piedi da Salvatore Iodice per dare un futuro ai ragazzi dei Quartieri Spagnoli».

Il nostro giornale, ieri, aveva già riportato una traccia importante in possesso degli investigatori: l'indicazione - fornita da qualcuno che ben conosce volti e nomi degli abituali frequentatori che popolano le agitate comitive durante la movida - che riportava ad un gruppaccio di teppisti residenti nella zona di piazza Carlo III. Ipotesi ovviamente ancora tutta da confermare. Ma è spuntato un altro particolare che getta altra luce inquietante sul pestaggio: tra gli aggressori ci sarebbero almeno un paio di giovanissimi, figli di noti pregiudicati dell'Arenaccia, legati al clan camorristico dei Contini. E anche in questo caso, fino a che non sarà chiusa l'inchiesta, il condizionale resta d'obbligo.

Con il passare delle ore si fanno più nitidi tutti i contorni dell'aggressione. Il raid si è consumato non all'una e trenta, ma molto prima; non all'altezza dell'ingresso del Borgo Marinari, ma almeno duecento metri dopo, proseguendo verso piazza Vittoria. In strada. Davanti a tantissima gente che affollava bar, caffetterie e ristoranti. Nessuno si è mosso in difesa delle due vittime. Ma ciò che è più grave è il fatto che la telecamera di videosorveglianza stradale «brandeggiante» (capace cioè di essere manualmente regolata dagli operatori delle sale operative) issata su un palo alto almeno dieci metri, sistemata in posizione favorevole e capace di intercettare ciò che accade lungo l'intera via Partenope, non ha registrato nulla dell'aggressione. Tanto è vero che gli investigatori, anche ieri, hanno dovuto rivolgersi ai titolari dei locali prospicienti la zona del raid: senza però ottenere risultati, dal momento che tutti gli impianti privati si trovano all'ingresso di bar e ristoranti, e non allargano il campo all'area pedonale della strada. Questa circostanza ripropone un capitolo più volte affrontato in tutte le sedi - anche durante i tavoli del comitato per l'ordine pubblico in Prefettura - sul ripristino degli impianti di videosorveglianza vecchi e anche recenti che necessitano di manutenzione o sostituzione.

Non trova invece conferma una circostanza diffusa ieri, secondo la quale una pattuglia di militari dell'Arma in servizio di pattugliamento lungo via Partenope si sarebbe rifiutata di intervenire di fronte ai due ragazzi aggrediti. Sul punto si è appreso che i carabinieri, anzi, avrebbero immediatamente attivato la centrale per sollecitare anche l'intervento di un'ambulanza, ma che - nel frattempo - i due malcapitati finiti nel mirino del branco si erano allontanati spontaneamente.
I feriti. Il secondo adolescente finito sotto i colpi del branco, sfiorato dai fendenti di un coltello, ha rifiutato le cure. L'altro 17enne resta ricoverato in ospedale in attesa dell'intervento chirurgico. Ieri al Vecchio Pellegrini si è recato il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, lo stesso che domenica aveva denunciato l'accaduto. Con lui c'era anche il consigliere della Seconda Municipalità del «Sole che Ride», Salvatore Iodice. «Siamo andati a trovare Salvatore P. al Pellegrini - ha raccontato Borrelli - per portare la nostra solidarietà concreta a lui e a sua madre, ancora sconvolti per quel che è successo l'altra sera. Il ragazzo dovrà subire diversi interventi al setto nasale: al di là dei danni fisici, quel che resterà vivo nella sua mente è la follia di minuti in cui, senza alcun motivo, lui e i suoi amici hanno dovuto subire il pestaggio».

Nella notte tra sabato e domenica si è registrato un altro drammatico episodio di violenza: all'esterno di una discoteca di Coroglio una 23enne è stata aggredita e picchiata selvaggiamente dall'ex fidanzato, un 25enne di Ponticelli.

L'aggressore l'ha colpita alle gambe con un bastone. La giovane è finita in ospedale, sul caso indagano polizia e carabinieri.

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