Napoli, babygang a processo
per tentato omicidio al Vomero

Napoli, babygang a processo per tentato omicidio al Vomero
di Viviana Lanza
Domenica 24 Giugno 2018, 09:49
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Saranno processati con le accuse di tentato omicidio, detenzione di coltelli, lesioni e danneggiamento. A tre mesi dagli arresti, la Procura per i minorenni (il fascicolo è affidato al pm De Luca) chiude le indagini e chiede e ottiene il processo con rito immediato per i cinque ragazzini che tra dicembre e gennaio seminarono il terrore al Vomero e si imposero come gang nel quartiere, prendendo di mira soprattutto ragazzi soli o comitive provenienti da altre zone della città. Si erano dati anche un nome, «gruppo Vomero Salvator Rosa» ed erano pronti a fronteggiare a muso duro i coetanei, specialmente quelli di altri rioni. «Di dove sei?»: bastava questa domanda a far scattare la rissa. Era il pretesto per venire alle mani e scagliarsi in tre, quattro o anche dieci contro uno o più ragazzi. E non è tutto. Le indagini hanno ricostruito anche altre azioni della gang. Alcuni imputati sono infatti chiamati a rispondere di aver causato un principio di incendio quando, il 17 gennaio scorso, si introdussero abusivamente in un parco in via Case Puntellate dando fuoco a una catasta di legna raccolta per la festa di Sant'Antonio Abate.

GLI IMPUTATI
Sono giovanissimi, tutti nati nel nuovo Millennio. Hanno tra i sedici e i diciassette anni. Qualcuno frequentava ancora la scuola, altri l'avevano lasciata da un po'. Due di loro provengono da famiglie già finite all'attenzione della giustizia. Da marzo sono in carcere, reclusi tra gli istituti di Nisida e Airola in attesa del processo. G.S è l'unico del gruppo ad aver evitato le manette, perché risponde del solo reato di danneggiamento in relazione all'incendio della legna. Agli altri amici invece sono contestati i reati più gravi. In particolare, S.S., V.B, A.C e G.M. sono accusati del tentato omicidio di C.C. e delle botte date ai ragazzi della sua comitiva.

I FATTI
Accadde il 9 dicembre scorso. La gang del Vomero incrociò cinque ragazzi che percorrevano via Scarlatti verso piazza Vanvitelli. Bastò qualche sguardo e la domanda di rito: «Di dove siete?». E fu subito violenza. I cinque furono aggrediti con calci e pugni. A C.C. andò peggio: ebbe un pugno in faccia, cadde a terra, provò a difendersi e fu colpito con due coltellate al petto. Quando il sangue zampillò dalla ferita gli aggressori si dileguarono in sella agli scooter, forzando un posto di blocco e imboccando una strada laterale. C.C. fu portato in ospedale e operato a un polmone. Nella ricostruzione fatta dagli inquirenti i componenti armati della gang erano S.S. e G.M..: giravano con i coltelli nascosti negli slip, uno a serramanico e uno a farfalla, entrambi con una lama da sette centimetri. La gang se la prendeva anche con ragazzi soli e indifesi, senza motivo. Accadde il 19 gennaio scorso: D. D.R. fu insultato mentre rincasava da solo, costretto a fermarsi e preso a schiaffi e calci senza un perché. Fu l'intervento di alcuni passanti a salvarlo dal pestaggio.

 

Il PROCESSO SPRINT
Per la babygang del Vomero la Procura ha ottenuto un processo in tempi rapidi, bypassando la fase dell'udienza preliminare e ritenendo la ricostruzione dei fatti chiara e le responsabilità degli imputati delineate negli atti di indagine. Per i cinque minorenni sotto accusa c'è l'opzione del rito abbreviato, una scelta che è al vaglio del collegio di difesa composto dagli avvocati Giuseppe Biondi, Sandra Cammarella, Roberto Chignoli, Gianluca Fiore, Giovanna Limpido, Riccardo Pinto. La prima udienza è fissata per il 27 settembre.
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