Napoli, avanza la banda del buco: «Quindici assalti al mese»

I ladri maldestri: nella fuga dopo il furto hanno perduto le banconote dai borsoni

Banda del buco
Banda del buco
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Sabato 23 Marzo 2024, 23:31 - Ultimo agg. 25 Marzo, 07:26
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«Uno dei nostri impegni più grandi è collegato alle verifiche per i continui allarmi sulla banda del buco. Ne eseguiamo almeno quindici...».

Quindici in un anno? «No, no, quindici ogni mese».

La chiacchierata con il responsabile del servizio fognature dell’Abc Edmondo Albano, 48 anni compiuti lunedì scorso, partita sul tema della gestione dei 1.200 chilometri di condotte, riceve un’improvviso sussulto quando, quasi per caso, viene fuori il tema degli assalti dei ladri ipogei che scavano gallerie per raggiungere banche, gioiellerie, tabaccai. Si apre uno squarcio su un mondo inimmaginabile da quassù, fatto di persone che trascorrono mesi a scavare nella pancia di Napoli passando attraverso le fognature e che, nella maggior parte dei casi, non riescono a portare a segno i loro colpi. 

Anzi, c’è di più, anche quando conquistano la refurtiva «capita che la perdano mentre fuggono nel sottosuolo. L’anno scorso, dopo un colpo in una banca abbiamo trovato una lunga scia di banconote cadute da un borsone chiuso male, in altre occasioni scopriamo cumuli di pacchetti di sigarette trafugati dalle tabaccherie e abbandonati. Poi ci sono gli “artisti del male”, come quella banda che aveva riempito il buco con un materasso e l’aveva ricoperto con un sottile strato di cemento per non farlo notare durante i nostri controlli. Aspetti, le mostro le fotografie». Le immagini le vedete in questa stessa pagina, altre le trovate sul nostro sito web assieme a video che spiegano quanta fantasia hanno i componenti delle tantissime bande del buco che operano a Napoli. A proposito, ma quanti sono i malviventi che passano dalle fognature? La domanda cade nel vuoto perché un conto preciso non c’è «ma devono essere tanti, a giudicare dalle richieste di verifica che ci arrivano da parte delle forze dell’ordine».

Prima di andare avanti nel racconto dobbiamo mantenere una promessa: raccontare anche dell’immenso lavoro delle squadre di addetti alle fognature che s’infilano nei canali putridi per verificare, controllare, evitare che la “città di sopra” abbia problemi.

Ogni giorno si alternano tre squadre di addetti che si calano nelle condotte fognarie alla ricerca di eventuali problemi. Se ci sono segnalazioni da parte di enti o di cittadini, vanno laddove c’è un allarme, altrimenti seguono percorsi prestabiliti. Avanzano lentamente, secondo un conto spannometrico, per verificare tutti i 1.200 chilometri di condotte principali delle fognature occorrerebbero due anni, tempi troppo lunghi per le esigenze di Napoli che vive di costanti problemi: «Ma sono alle viste novità importanti. Sarà la tecnologia ad aiutarci nei controlli in un futuro non troppo lontano», sorride Albano.

Uno degli ostacoli più insormontabili, quando gli addetti alle fognature vanno a controllare, è l’inimmaginabile quantità di immondizia che si accumula dentro le condotte: «centinaia di migliaia di bottiglie di plastica, pezzi di legno, assorbenti igienici, sacchetti di plastica, resti di lavori edili - spiega Albano - si accumulano lì sotto e, spesso, creano occlusioni che impediscono alle acque di defluire. L’immondizia arriva dalle bocche di lupo delle strade, il resto da quel che la gente lancia nel wc. Non immaginate ciò che viene buttato nello scarico dai napoletani». 

 

Quando i cumuli sono esagerati bisogna liberarli, e il lavoro è immane perché far risalire quintali di schifezze immerse nell’acqua di fogna è operazione complessa. Una volta è stato ritrovato anche il seggiolone di un bambino «non abbiamo mai capito come sia finito lì dentro - allarga le braccia Edmondo Albano - per tirarlo fuori abbiamo dovuto farlo a pezzi, perché non sarebbe passato attraverso i chiusini. Anzi, posso lanciare un appello? Napoletani, non gettate più i vostri rifiuti nel gabinetto, create un danno che l’intera comunità poi sarà costretta a pagare». 

Video

Il tema della chiacchierata doveva essere la solidità del sistema fognario che cede a ogni piè sospinto. Albano si fa serio e rassicurante: «Di problemi ce ne sono, ma escludo il ripetersi di altri eventi clamorosi. Interveniamo ad ogni segnalazione, facciamo il possibile per regalare serenità alla città, lavoriamo dentro le fogne con la consapevolezza che quel lavoro è determinante per la città».