Napoli, Arturo a scuola di boxe con Oliva: «Salire sul ring mi dà fiducia»

Napoli, Arturo a scuola di boxe con Oliva: «Salire sul ring mi dà fiducia»
di Gianluca Agata
Mercoledì 10 Ottobre 2018, 07:30
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Un sorriso così a casa di Arturo non lo si vedeva da tempo. Un sorriso che soltanto lo sport può regalare e soltanto un campione olimpico come Patrizio Oliva può offrire. Arturo sta tornando lentamente a prendere in mano la propria vita. La brutale aggressione subita in via Foria è lontana quasi un anno (18 dicembre 2017) e gli step per risorgere sono lenti ma costanti. Un passo dopo l'altro, un giorno dopo l'altro. Il tempo magari non lenisce tutte le ferite ma lo sport può farlo perché lo sport è vita.

E Arturo sta dimostrando tutta la sua forza caratteriale insegnando, lui agli altri, quale sia la strada da percorrere. Lunedì sera ha infilato per la prima volta i guantoni da boxe incontrando sul suo percorso due campioni dello sport come Patrizio Oliva e Diego Occhiuzzi.

E con loro «Milleculure», la palestra di Soccavo dove si insegnano sport, valori e disciplina.
 
All'indomani della brutale aggressione di Arturo da parte di una baby gang, tra i primi a manifestare la sua indignazione fu proprio Patrizio Oliva. Li chiamò vigliacchi, codardi, senza coraggio.

«Perché non avrebbero mai avuto il coraggio di venire ad affrontare uno sportivo ad armi pari disse in un video - Su un ring, un tatami dove si affrontano gli atleti, gli uomini. Oggi aggiunge: «Mi innervosì l'inerzia della gente per strada. Ci saranno state 100 persone. Avrebbero potuto mettere quei vigliacchi in fuga, ma non lo fecero.

«Milleculure» scese in piazza nella «Corri contro la violenza», la maratona organizzata in piazza da Maria Luisa Iavarone, mamma di Arturo, e tappezzò la palestra di cartelloni con la scritta «Forza Arturo».

«Volevamo far sentire la nostra vicinanza - aggiunge Oliva - E metterci a disposizione per tutte quelle che sarebbero potute essere le sue esigenze nel percorso di riabilitazione. Oggi ho avuto a che fare con un ragazzo ancora timido ma gli ho promesso che seguitando ad allenarsi avrà più fiducia in se stesso, più coscienza delle proprie potenzialità».

In Piazza del Plebiscito, in occasione della maratonina Corri contro la Violenza organizzata per sensibilizzare l'opinione pubblica, l'incontro e l'invito. «Perché non vieni in palestra?»: La domanda di Oliva ad Arturo e alla mamma.

«Con Patrizio - sottolinea Maria Luisa Iavarone - l'intesa è stata fortissima. La nostra sfida è quella di creare un progetto, fare sistema per i minori a rischio. L'ho ricordato anche a Salvini quando ho avuto modo di incontrarlo. A Napoli ci vuole coraggio per combattere grandi problemi come la camorra. Le baby gang sono figlie di questi sistemi». Allora lo sport diventa un «contenitore di regole, una palestra mentale che alleva al sacrificio e al sudore. Vale per tutti. Per i nostri figli e per chi ha smesso di progettare e di desiderare e si accontenta di una manciata di status symbol come le scarpe o i vestiti». Ma la signora Iavarone è soprattutto una mamma: «Patrizio è un grande motivatore, e Arturo già con il primo allenamento ha dimostrato tutto il suo entusiasmo».

Arturo è tornato a casa con un sorriso a trentadue denti. Oggi secondo allenamento alle 16.30.

«Prima di tutto - racconta il diciassettenne napoletano - essere allenato da un campione olimpico non è cosa da tutti i giorni. Non ho un grande rapporto con lo sport. Ho fatto nuoto, judo, avrei voluto fare pallanuoto, ma il pugilato mi ha conquistato». Destro e sinistro al sacco per scaricare tutta la propria rabbia e non solo. «Indubbiamente io sono fortunato ad aver trovato uno sfogo sano. Lo sport lo consiglierei a tutti. Se mi serve per andare avanti? Sicuramente alcune cose sono difficili da digerire, ma indubbiamente è un grande aiuto».

Un futuro agonistico? Mai dire mai. E quando gli si chiede se un giorno vorrà salire sul ring di un match di pugilato la risposta è secca: «E perché no?».
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