Napoli, 17 dicembre 2012: il boss Raffaele Notturno catturato nel suo appartamento bunker

Napoli, 17 dicembre 2012: il boss Raffaele Notturno catturato nel suo appartamento bunker
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 18 Settembre 2017, 09:08
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Lo hanno scovato in un appartamento-bunker, al sesto piano del lotto Tb, nel cuore di Scampia, in via Ghisleri. E questo conferma un fatto importante: i latitanti - almeno quelli inseriti nella lista dei più pericolosi criminali di Secondigliano e di Scampia, stilata dal Viminale - si nascondono vicinissimi alle loro famiglie. Dopo Mariano Abete, preso il 24 novembre in un palazzone adiacente, a cadere nella rete dei carabinieri è stato Raffaele Notturno, ritenuto uno dei capi della «cupola» degli scissionisti.

Fratello maggiore di Vincenzo (già detenuto al 41 bis nel carcere duro di Novara), il 38enne Raffaele Notturno si era dato alla macchia da circa un anno: da quando - era il 18 gennaio del 2012 - la Corte d'Appello di Napoli lo aveva condannato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Dovrà scontare due anni e 11 mesi. Come da copione, a quel punto il presunto boss era come svanito nel nulla. Un anno di latitanza ovattata: in realtà all'arrivo delle forze dell'ordine l'uomo si rifugiava - protetto dalla solita rete di microspie distribuite su pareti esterne e ballatoi dell'immobile-alveare - nello stesso palazzo.

Poteva contare su almeno dieci covi diversi, all'interno del lotto Ta, Raffaele Notturno. Un numero incredibile di opzioni sulle quali contare, in caso di blitz da parte di polizia e carabinieri. Ieri mattina tutto questo non è bastato. merito dell'ituizione investigativa dei militari dell'Arma, guidati dal capitano Hiromi Orlando Narducci, che comanda la compagnia Stella. L'intervento dei carabinieri era stato programmato con cura, e per questo ha avuto inizio alle sette del mattino. Ma per giungere a Notturno ci sono volute quasi quattro ore.

Malgrado fossero passate le 11 del mattino, Notturno - quando si è arreso ai carabinieri - era ancora in pigiama. Si nascondeva in una porzione di casa del vicino, un anziano al quale - di fatto - erano state sottratte tre stanze, successivamente murate e attintate in modo da non destare sospetti a chi le perlustrasse. Vi si accedeva dal ballatoio comune all'abitazione in cui - ieri mattina - è stata trovata la moglie del presunto boss: la quale ha sostenuto di non sapere dove potesse essere il marito. «Ho litigato con lui, qui non c'è, guardate pure, tanto non lo troverete. So solo che da tempo è andato via».

Tutto falso, ovviamente. La verità è venuta fuori poco dopo, confermando il triste primato subculturale che regola la vita «condominiale» nei palazzi della camorra, dove tutti sanno, ma nessuno vede, sente e tantomeno parla: una zona, quella dei lotti Ta e Tb di Scampia, storicamente sotto l'influenza criminale del clan composto anche dalle famiglie Abete, Abbinante e Aprea. I carabinieri, dopo avere smantellato un robusto cancello di ferro, hanno bussato alla porta della casa-nascondiglio: Raffaele Notturno a quel punto ha capito che ormai per lui era finita. Non era armato, e - quando i carabinieri gli hanno stretto le manette ai polsi - è apparso molto agitato. Ma non ha detto una sola parola.

Dai controlli eseguiti intorno al complesso edilizio di via Ghisleri è stato anche scoperto un complesso sistema di micro videocamere fatte installare in punti strategici e in grado di tenere sotto osservazione tutta l'area circostante.

Attraverso i monitor il latitante si accorgeva dell'arrivo delle forze dell'ordine e si rifugiava - a seconda dei casi - nella sua «dependance», o in uno degli altri nove covi. Ma, questa volta, nemmeno le videocamere sono state utili a salvarlo dal carcere.

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