Napoli, contromano in Tangenziale
Mormile condannato, ecco perché

Napoli, contromano in Tangenziale Mormile condannato, ecco perché
di Viviana Lanza
Martedì 11 Ottobre 2016, 09:38 - Ultimo agg. 10:50
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«La condotta di Mormile era cosciente e volontaria», la scelta di guidare contromano in Tangenziale «da lui pienamente voluta e inserita nella sua scellerata azione, anche se del tutto priva di plausibile ragione» e la possibilità di conseguenze negative in caso di collisione con altre auto «consapevolmente accettata». Così il giudice Rosa De Ruggiero spiega i motivi della condanna, a venti anni di carcere, di Aniello Mormile, il giovane che causò l’incidente che il 25 luglio di un anno fa costò la vita alla sua fidanzata Livia Barbato, studentessa 21enne di Fuorigrotta, e all’automobilista Aniello Miranda, 48 anni, piccolo imprenditore di Torre del Greco, marito e padre.

È severo il giudice con Mormile in relazione ai suoi non ricordo in aula: «Non ha fornito alcun contributo, né in fase di indagini né durante il giudizio, al fine di consentire una più agevole e precisa ricostruzione dei fatti e neppure ha manifestato alle persone offese il suo pentimento e il suo dolore per quanto accaduto, sentimenti che pure non si esclude che possa aver provato. E non risulta che si sia offerto di risarcire il danno ai congiunti delle vittime». Il giudice sposa la tesi della Procura (pm Salvatore Prisco del pool coordinato dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso).

Analizzando i video della Tangenziale, una delle prove principali nel processo, il giudice ritiene che «la decisione di effettuare un’inversione di marcia sulla Tangenziale sia stata accuratamente valutata. Lo si desume dalle modalità attraverso cui Mormile effettua l’inversione a U, una manovra lenta, che dura circa 25/30 secondi». Inoltre, nei circa sei chilometri di guida contromano, Mormile non fece nulla per interrompere la guida pericolosa, eppure «sul suo camino erano concretamente prospettabili numerose soluzioni -osserva il magistrato - quali entrare nel casello di Agnano, transitare nelle aree di servizio presenti nel tragitto, oppure accostare nelle piazzole per la sosta di emergenza».

Le motivazioni sono condensate in sedici pagine, con la sintesi del processo che si è svolto con rito abbreviato, con i passaggi chiave delle testimonianze degli amici che salutarono Livia e Nello prima che si allontanassero in auto, quelle degli automobilisti che lampeggiarono alla Clio di Nello lanciata contromano, nonché le consulenze degli esperti e le ricostruzioni elaborate grazie ai video della Tangenziale. Per il giudice, Mormile non fece nulla per evitare il peggio, nemmeno ci provò, magari con una manovra che seppure spericolata avrebbe potuto far pensare alla sua intenzione di voler evitare lo scontro con altre auto

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