Morta nel sonno a 33 anni, la madre: «Era guarita da un virus al cuore»

Arianna Mele
Arianna Mele
di Gennaro Morra
Venerdì 16 Novembre 2018, 09:54 - Ultimo agg. 10:12
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La casa dei genitori a Piscinola dal 3 novembre è diventata un porto di mare: gente che va e che viene, come se amici e parenti volessero alleggerirli di un peso troppo grande da portare da soli. Perché il dolore per la perdita di una figlia, che ti è spirata tra le braccia mentre la stavi svegliando per darle il buongiorno, è un fardello che puoi sopportare solo se provi a condividerlo con gli altri, quelli che amavano Arianna e che non riescono a spiegarsi quella morte improvvisa e assurda. E, in effetti, una risposta ai tanti che si chiedono come sia potuto succedere nessuno sa darla, forse non riusciranno a farlo nemmeno i risultati dell’autopsia effettuata sul corpo della ragazza, referti che non sono ancora arrivati.
 

In assenze di certezze, qualcuno ipotizza che probabilmente il cuore di Arianna si sia fermato per i danni subiti dall’azione di un virus contratto cinque anni fa, ma la madre lo esclude: «Era stata curata per quello e ne era uscita bene – spiega la donna –. Ci avevano detto che il virus aveva provocato un lieve ispessimento della parete del cuore e una piccola ferita, ma mia figlia era una ragazza sana ed era sempre sotto controllo». E aggiunge: «Anche la cardiologa che l’aveva in cura ci ha detto che non può essere quella la causa di ciò che è successo».
 
Arianna quel virus se l’era preso a Positano, durante una vacanza trascorsa con le amiche. Una sera le ragazze erano andate a cena in un ristorante, dove avevano mangiato del pesce, che, a quanto pare, era stato conservato utilizzando sostanze chimiche nocive, nel tentativo di mantenerlo fresco.

 

Una brutta storia da cui la ragazza si era ripresa alla grande, tanto che non aveva voluto nemmeno citare per danni il proprietario del ristorante: «A lei interessava solo che il locale fosse chiuso, dei soldi non le importava niente – racconta ancora la madre – Lei era fatta così». E, una volta guarita, Arianna era tornata alla sua vita: «Era insegnante di sostegno in una scuola della zona ed era innamoratissima del suo lavoro e dei suoi bambini – spiega Silvia, la maestra di ruolo che la 33enne affiancava in classe –. Ed era molto fiera di essere una ragazza di Piscinola che aveva coronato il sogno di lavorare con i bambini in difficoltà. Con loro lei era davvero speciale».
 
Ma da un paio d’anni Arianna nel suo quartiere che amava tanto tornava solo per far visita alla famiglia, perché si era spostata: era andata a convivere col ragazzo che il prossimo giugno sarebbe diventato suo marito. Un rapporto che negli ultimi tempi viveva una piccola crisi, per questo la madre quella sera l’aveva convinta a fermarsi a dormire a casa sua, quella dov’era cresciuta con il fratello Giuseppe. Il destino ha voluto che quella tra il 2 e il 3 novembre fosse anche la sua ultima notte.
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