Città metropolitana, minacciato l'assessore che sfida gli imboscati

Città metropolitana, minacciato l'assessore che sfida gli imboscati
di Luigi Roano
Martedì 17 Aprile 2018, 09:06 - Ultimo agg. 09:34
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In una chat esclusiva tra poliziotti metropolitani accuse e minacce contro il consigliere metropolitano Carmine Sgambati. Qualcuno però non era d’accordo, ha rotto il muro di omertà, ha fatto uno screenshot fotografando il contenuto di quelle conversazioni, così quelle minacce e quelle accuse ora sono finite sulle scrivanie della Digos. Cosa si legge sullo screenshot? A proposito di contrasto ai parcheggiatori abusivi - questo ha chiesto Sgambati alla Polizia metropolitana di cui ha la delega - un agente scrive tra le altre cose: «Io mi porterei avanti col lavoro: che targa ha?» in riferimento al consigliere. Cosa significa, metterà una multa a Sgambati? Oppure che tipo di azione ha in mente? Sgambati - come si diceva - è consigliere metropolitano con delega alla Polizia metropolitana, cinque anni fa da consigliere comunale di Napoli per la sua lotta contro i parcheggiatori abusivi finì nel mirino: nella sua auto finirono 5 proiettili calibro 9. Cosa ha fatto il consigliere per meritarsi tanto astio? Semplicemente ha chiesto ai poliziotti metropolitani - il comandante è Lucia Rea - di indossare la divisa e di dare una mano a contrastare «il fenomeno delle illegalità» anche in piazza Matteotti, dove ha sede la Città metropolitana. E dove i parcheggiatori abusivi sono incontrastati malgrado in quella piazza si affaccia anche il palazzo della Questura.  
Tanto è bastato per mettere in allarme non solo i poliziotti metropolitani, ma i loro rappresentanti - ovvero i sindacalisti - che subito si sono scatenati a colpi di comunicati sostenendo che «il contrasto all’illecito non è tra i nostri compiti principali». Perché loro, i Metropolitani, sono impegnati soprattutto come Polizia ambientale. Di certo sarà così, tuttavia, sul sito della Città metropolitana nella sezione dedicata alla Polizia metropolitana alla voce «news» non c’è nemmeno un comunicato. Solo un caso? Una dimenticanza? Oppure non c’era nulla da segnalare? 

Riavvolgiamo il nastro di una vicenda brutta e francamente squalificante per chi indossa una divisa. Procediamo con ordine dalla richiesta di Sgambati fatta al comandante del corpo Lucia Rea che - va precisato - ha subito accolto la richiesta, formato le pattuglie e fatto un ordine di servizio dove ha precisato che «chi si rifiuta» verrà sanzionato. Forse a rendere il boccone più amaro per i poliziotti metropolitani e per i sindacati è stato il punto 7 dell’ordine di servizio del comandante dove è precisato che «il restante personale, funzionari e istruttori di vigilanza, in servizio presso gli uffici di via Pietravalle, resterà a disposizione e a supporto delle attività esterne in essere». Nella sostanza, si ordina di lasciare le scrivanie e mettersi a pedalare in strada. Il presidio di piazza Matteotti dovrebbe iniziare oggi: gli uomini e le donne in divisa recepiranno o no l’ordine di servizio? 

Torniamo al consigliere. «Riteniamo necessario - scrive Sgambati, quindi l’organismo politico che ha il compito di indirizzo delle strategie del Corpo - dispiegare un consistente numero di unità, tralasciando per il momento altre attività, nelle aree circostanti piazza Matteotti al fine di contrastare fenomeni illeciti e di degrado. È di cruciale importanza per l’amministrazione la presenza di tutto il personale in uniforme di detta area. Voglia pertanto programmare turni in tal senso e action day continui e persistenti». Dai sindacati una pioggia di comunicati. Scrivono quelli del Csa al sindaco metropolitano Luigi de Magistris e ai circa 80 agenti del corpo: «Gentilissimo sindaco ci dica che è uno scherzo, seppure di cattivo gusto, che si tratta di un errore di cui lei non era minimamente a conoscenza». E ancora: «Limitare l’azione della Polizia metropolitana e ambientale non solo è vergognoso ma illogico». Quindi chiedono al sindaco di ritirare l’ordine di servizio e concludono così: «In mancanza la scrivente si vedrà costretta a proclamare lo stato di agitazione». Non di tono diverso è quanto scrive la Cisl funzione pubblica: «Si deve registrare un’inaspettata inversione di rotta che vede taluni attori assumere una posizione in antitesi con la mission sindacale, che cede il campo a soggetti terzi». Dunque, l’organismo politico è «un soggetto terzo». Non si sottrae, diciamo così, alla protesta nemmeno la Cgil che definisce «paradossale» la richiesta di Sgambati ma soprattutto «ci si chiede quali possano essere questi fenomeni tali da costituire un allarme sociale» come se la problematica dei parcheggiatori abusivi - che interessa pienamente anche il Viminale viste le sparatorie a essi collegati degli ultimissimi giorni - non appartenesse al Corpo della Polizia metropolitana. La Cgil conclude chiedendo la testa di Sgambati, messo lì da de Magistris, e del comandante la cui colpa è stata quella di concretizzare una richiesta dell’organismo politico legittimamente eletto. «La Cgil - conclude la nota - pertanto ritiene a ragion veduta che oramai è chiara la inadeguatezza e l’incompetenza di chi dirige il comando della Polizia metropolitana e anche l’insipienza di chi emana indirizzi politici pertanto diffida il dirigente ad intraprendere qualsiasi iniziativa e chiede l’immediata sostituzione del dirigente». 
 
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