Arrivano i migranti a Castellammare
scoppia la rivolta: «Prima gli stabiesi»

Arrivano i migranti a Castellammare scoppia la rivolta: «Prima gli stabiesi»
di Raffaele Cava e Ciriaco M. Viggiano
Sabato 21 Gennaio 2017, 09:56
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Il responso arriverà dopo il 22 febbraio, data di scadenza del bando promosso dalla Prefettura. Nel frattempo, però, il piano d’accoglienza dei 6.750 migranti che il governo intende distribuire nei Comuni della provincia di Napoli sembra ancora in alto mare. A suggerirlo sono le proteste che si stanno levando dalle sedi di partiti e comitati, come avvenuto nelle ultime ore a Castellammare, e - quando il conto alla rovescia, a un mese dalla data stabilita, può dirsi ormai cominciato - la mancanza di strutture pronte ad accogliere i richiedenti asilo. Soprattutto in Costiera e sui monti Lattari. A dispetto della presenza di decine e decine di alberghi i cui titolari, tuttavia, non sembrano affatto intenzionati a offrire collaborazione. Il rischio ovviamente è quello di compromettere un’economia che basa tutte le sue chances sul turismo. Un rebus che potrebbe essere risolto in parte dalla diocesi di Sorrento, da tempo al lavoro per dare rifugio ai disperati.

L’agitazione è divampata ieri mattina a Castellammare, dove sono attesi circa 180 migranti. Una struttura privata dell’area nord della città ha già dato l’ok per ospitarne almeno una quota. È bastato che si diffondesse questa voce perché in via Schito, pieno centro storico, i militanti di Fratelli d’Italia e della Gioventù Nazionale ma anche i membri del comitato civico Quartieri Uniti decidessero di affiggere striscioni per ribadire il loro no all’accoglienza. «Prima gli stabiesi», è lo slogan: in una terra ferita da una terribile crisi occupazionale il rischio di una guerra tra poveri è incombente. «La nostra protesta al fianco del comitato Quartieri Uniti - spiegano i manifestanti – è volta a ribadire la contrarietà all’accoglienza di un così alto numero di immigrati in città. A maggior ragione se si pensa che la maggior parte sarà collocata in un quartiere pieno di disagi». Eppure, nei giorni scorsi, il sindaco Antonio Pannullo aveva confermato al prefetto Gerarda Pantalone la disponibilità del Comune che, infatti, ha già aderito al programma Sprar (Servizio sistema di protezione dei richiedenti asilo). «È un orgoglio ospitare persone che fuggono dal terrore, saremo felici di accoglierle facendo attenzione a non formare ghetti», aveva detto il primo cittadino. Parole alle quali, due giorni fa a margine della processione di San Catello, era seguito l’appello dell’arcivescovo Francesco Alfano: «San Catello è il santo degli ultimi, dei richiedenti asilo. Ora ci indica la strada e ci esorta ad aprire il cuore a chi ne ha bisogno».

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