Mercatini a Napoli: canoni mai incassati
la Corte dei Conti apre un'indagine

Mercatini a Napoli: canoni mai incassati la Corte dei Conti apre un'indagine
di Pierluigi Frattasi
Domenica 24 Settembre 2017, 23:55 - Ultimo agg. 22 Marzo, 04:31
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Canoni mai versati al Comune per l’affitto di box e posteggi per le bancarelle nei mercati comunali: scatta l’indagine della Corte dei Conti della Campania. L’inchiesta, condotta dal viceprocuratore Marco Catalano, coordinata dal procuratore generale regionale Michele Oricchio e delegata alla Guardia di Finanza, si concentra sugli anni 2006-2014. Nel mirino della magistratura contabile ci finiscono i più importanti luoghi del commercio low cost cittadino: dal mercato Caramanico ad Antignano, da via Galiani a Porta Nolana.

Il danno erariale dalle mancate entrate ipotizzato, al momento, si aggirerebbe tra i 30mila e i 40mila euro. Numeri ancora non definitivi. L’inchiesta è solo alle prime battute. La magistratura sta verificando se gli uffici competenti del Comune abbiano controllato nel corso degli anni che i canoni mercatali fossero effettivamente riscossi.

Nonostante i costi contenuti per l’affitto di uno stallo mercatale a Napoli, infatti, i fenomeni dell’evasione e dell’elusione incidono fortemente sulle casse del Comune. Mancati introiti dai mercati regolari che si aggiungono a quelli derivanti dai mercatini abusivi e dall’ambulantato illegale. Le tariffe comunali per l’affitto di un posto al mercato si aggirano attorno ai 4,16 euro al metro quadrato al mese per un box, con punte di 5,42 euro in alcune zone, come il mercato Galiani alla Torretta o quello di via Kerbaker al Vomero.

Più economici i posteggi: solo 3,62 euro al metro quadrato al mese per uno stallo al mercato di via Metastasio o a quello di via Nerva. Mentre installare le bancarelle sotto una semplice tettoia al mercato di via Montesomma a Secondigliano costa solo 18,08 euro per tutto il mese. I canoni possono quindi essere pagati mensilmente o ogni tre mesi, con un bonifico direttamente sul conto corrente del Comune di Napoli.

I mercati rionali comunali sono circa una settantina, distribuiti soprattutto al centro storico – ben 12 nella II Municipalità Avvocata-Montecalvario, 11 nella IV Poggioreale-San Lorenzo-Vicaria – con 1.302 utenze nel 2015, scese a 1.261 lo scorso anno. Due anni fa, Palazzo San Giacomo ha incassato dagli affitti di box e posteggi nei mercatini rionali 1.560.500 euro. Nel 2016, invece, le entrate sono calate a 1.470.000 euro, a fronte di 1.211.930 euro di spese. Cifre pressocché simili anche per quest’anno, ma destinate a calare secondo le previsioni a 1,1 milioni nel 2018 e a un milione nel 2019. Il Comune, invece, nel 2016 ha investito circa 244mila euro per le manutenzioni straordinarie delle strutture. Soldi spesi per interventi di restyling tesi ad ammodernare i mercati, che in molti casi, però necessitano ancora di investimenti.

Alcuni, ad esempio, sono ancora sprovvisti di servizi igienici a norma. Il Comune nel 2014 ha avviato un piano generale di ristrutturazione, stanziando oltre 100mila euro per realizzare e adeguare i servizi igienici dei mercati De Bustis al Vomero, Caramanico a Poggioreale e Pontecorvo al centro storico, con un piano triennale da 1,5 milioni per la manutenzione ordinaria e straordinaria e la messa in sicurezza di tutte le strutture cittadine. Pesano sugli incassi, però, sia l’evasione che l’elusione dei canoni di concessione. Sotto i riflettori, in particolare, il fenomeno delle cessioni d’azienda «stipulate al solo scopo di eludere i debiti tributari ed extratributari con l’Amministrazione».

Proprio per questi motivi, nel 2012 il Comune ha introdotto una serie di misure per cercare di combattere gli evasori. Bloccando, ad esempio, le volture delle autorizzazioni e delle concessioni, nel caso in cui il cedente o il subentrante fosse risultato moroso sia per il pagamento degli oneri concessori sia degli altri tributi comunali, e condizionando i subingressi per cessione o affitto d’azienda all’accettazione da parte del subentrante di accollarsi il debito pregresso e di estinguerlo all’atto della presentazione dell’istanza. Per venire incontro ai grandi morosi, 5 anni fa l’amministrazione de Magistris ha introdotto anche un piano di rateizzazione dei debiti oltre i 516 euro.

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