«Manifattura da sogno»:
Tommy Hilfiger produrrà a Napoli

«Manifattura da sogno»: Tommy Hilfiger produrrà a Napoli
di Giovanni Chianelli
Martedì 21 Novembre 2017, 17:52 - Ultimo agg. 18:29
4 Minuti di Lettura
Tommy Hilfiger nelle terre di Gomorra. Ieri lo stilista e imprenditore statunitense, a capo di un impero nel mondo della moda con un giro di affari da sei miliardi di dollari l’anno, ha visitato alcune aziende di Arzano e Frattamaggiore. Quelle che in silenzio producono i capi d’alta moda per griffe importantissime, le stesse che poi vengono indossate dalle star di Hollywood alla cerimonia degli Oscar. 

Motivo della curiosa passeggiata: la moglie Dee Ocleppo, ex modella, da tempo si è lanciata nella moda. Celebrità come Beyonce, Alicia Keys, le Kardashian, Pippa Middleton sono state fotografate con una borsa firmata Dee Ocleppo. Ora ha deciso di partire da Napoli e provincia per un nuovo progetto, una piattaforma di luxury brand a prezzi popolari: «Da voi si riesce a unire una qualità altissima, praticamente artigianale, a dei prezzi introvabili. Anche in Asia, in specie in India e Cina, i costi di produzione sono bassi; ma la vostra manifattura se la sognano», ha detto la coppia.

Tutto è iniziato la mattina di ieri. Dopo l’arrivo a Capodichino hanno fatto un giro in centro, tra il lungomare e le boutique di via Calabritto e un salto in pizzeria. Fin qui niente di strano: gli Hilgifer sono degli habitué della città: «Veniamo praticamente ogni anno per andare a Capri, a Ischia e in Costiera amalfitana. Amiamo molto Napoli e la sua gente», dicono. Dopo, la partenza per l’hinterland. Il regista dell’operazione è Matteo Armillotta, imprenditore foggiano, che ha messo in contatto gli Hilfiger con alcune fabbriche di scarpe, borse e accessori della zona.
La prima visita è stata alla pelletteria di Paolo Bianchi, importante fabbrica di Frattamaggiore con 170 dipendenti. Per l’occasione è stato montato un set con fotografi e cameraman, tra impiegati e operai accorsi ad assistere all’evento. Hilfiger, sessantasei anni molto ben portati, in completo blu, è sembrato perfettamente a suo agio tra i vari reparti e molto interessato ai capi d’abbigliamento. «Sono piuttosto impressionato», è stato il suo mantra. 
Poi è stata la volta dell’azienda Deimille di Arzano che produce scarpe per i brand più noti. 

Nello showroom c’è voluta quasi un’ora per schiodare gli ospiti dalle produzioni. Lo stilista a fotografare e prendere appunti come un qualsiasi stagista, la moglie a commentare le decine di calzature che facevano bella mostra. 
Dietro i vetri degli uffici, come nei racconti di Saviano, le operaie chine sui banconi con cucitrici e tessuti. Anche se i due dicono di non conoscere la saga di Gomorra: «Le nostre conoscenze sulla cultura italiana si fermano a Fellini e De Sica». Dopo aver capito dagli interpreti il contenuto di libro e fiction si precipitano a precisare: «Qui da voi abbiamo avuto solo esperienze positive. La gente è calorosa e professionale. Anche se siamo abituati a trascorrere il tempo in luoghi di vacanza non abbiamo riscontrato differenze con qui, pur essendo questo, evidentemente, un posto diverso da Capri».

La Ocleppo è già da diversi anni un nome dell’alta moda: le sue collezioni di borse intercambiabili sono state vendute in posti come Saks Fifth Avenue, Galerie Lafayette e Harrods.

Nel 2015 ha ideato la celebre «Bag bar»: un sistema che permette di accessoriare la propria borsa a piacimento, ceduto al gruppo Kate Spade per diversi milioni di dollari. Nel 2016 è stata premiata con il “Rising Star Award” da Fashion Group International come nuovo astro nascente della moda internazionale. È anche la creatrice della linea Judith Lieber, la famosa pochette cosparsa di Swarosky delle mogli dei presidenti americani.

Eppure era stregata dalle collezioni viste ieri. «Quando parlo di stile italiano, e ancora di più di stile del Sud Italia, mi riferisco a questo», ha commentato lei brandendo un paio di sandali ricoperti di brillanti. «Guardate la bellezza dei dettagli, la precisione e la fantasia. Una cosa del genere da noi non ha valore, qui è possibile trovarla a poche centinaia di euro». Hilfiger, di rimando: «Siamo venuti essenzialmente per questo. Per studiare e per imparare. Per capire come si possa ottenere un prodotto artigianale in una realtà industriale». A chi gli ha ricordato i tanti problemi di disoccupazione del territorio ha risposto con una battuta: «Allora vuol dire che cercheremo di fare il nostro meglio: più affari ci saranno più persone troveranno lavoro». Poi ha sottolineato una differenza territoriale: «Prima di venire qui siamo stati anche in aziende della Toscana e della Lombardia ma non ci hanno convinto fino in fondo. Qui l’amore è nato subito». Infatti l’accordo con i produttori napoletani è già una realtà: la Ocleppo ideerà il disegno dei capi, le aziende di qui lo realizzeranno. Mentre Hilfiger, a suo dire, starà sullo sfondo “come un advisor”, ha dichiarato sorridendo.

Il nuovo progetto sarà commercializzato direttamente dal sito internet deeocleppo.com dove, grazie alla vendita diretta dal produttore al cliente finale, i costi di produzione saranno molto contenuti. La Ocleppo: «Evitando la trafila dei rivenditori, i prezzi saranno decisamente accessibili e competitivi per soddisfare una clientela giovanile e moderna». Il primo lancio è previsto per febbraio 2018, in concomitanza con San Valentino.

Per di più Hilfiger, per le sue linee abituali, ha detto di star pensando a store ufficiali in città. Insomma, il matrimonio tra la coppia di celebri stilisti e la città di Gomorra sembra fatto: «La differenza è che gli altri marchi non rivelano dove tengono le produzioni, noi lo stiamo dichiarando tranquillamente. Ci sembra giusto riconoscere l’eccellenza e la terra dove nasce».
© RIPRODUZIONE RISERVATA