Festa della Liberazione a Napoli:
«Mai retorico festeggiare»

Festa della Liberazione a Napoli: «Mai retorico festeggiare»
Martedì 25 Aprile 2017, 12:34 - Ultimo agg. 17:25
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Celebrare il 25 aprile «non è mai retorico, in generale ma in particolare in questa città dove la liberazione è nata ancor prima del 25 aprile, con le Quattro Giornate nel 1943». Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che questa mattina ha partecipato alla tradizionale cerimonia della deposizione di corone di alloro al Mausoleo di Posillipo. «Bisogna ricordare quello che ha significato la liberazione dal nazifascismo - ha aggiunto de Magistris - quanta gente è morta, quanti sono stati torturati e incarcerati, e mai come in questo momento nel mondo c'è bisogno di libertà, di fratellanza, di solidarietà, di uguaglianza e di liberazione di popoli che continuano a essere oppressi in diverse parti del mondo».
 
 

«Io che faccio il sindaco di Napoli mi emoziono perchè vedo come sono radicati in questa città i valori di libertà, fratellanza, uguaglianza e giustizia» ha detto Luigi de Magistris. «Oggi - ha ricordato - si celebra la Liberazione ma Napoli è arrivati prima degli americani con le IV giornate, dal 28 settembre all'1 ottobre 1943 con il suo popolo che si è liberato dall'esercito in quel momento più forte al mondo, quello nazista». De Magistris ha parlato con i rappresentanti dell'associazione degli internati nei lager, dell'Anpi e un partigiano di 95 anni. «Questa - spiega - è la storia vivente che noi dobbiamo trasmettere ai nostri giovani. Mi hanno raccontato di quanto entusiasmo ci mettono a 90-95 anni ad andare nelle scuole. E questo è importante perchè i programmi scolastici non sempre raccontano come si dovrebbe cosa è stato il '900, nelle cose positive e in quelle negative. Dobbiamo ricordare, mai come in questo momento dove c'è chi pensa ai campi di concentramento per omosessuali in Europa o chi considera io barconi della speranza come dei taxi del Mediterraneo». Ora «c'è bisogno della testimonianza di veri uomini, che hanno lottato per la nostra libertà e quindi non ci si può non emozionare nella città delle Quattro giornate».
 
 
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