Le tessere pd a Castellammare?
«Ho pagato per fare un piacere a parenti e amici»

Le tessere pd a Castellammare? «Ho pagato per fare un piacere a parenti e amici»
di Ciriaco M. Viggiano
Venerdì 3 Marzo 2017, 08:49
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Castellammare. «Imbroglio? Ma quale imbroglio? Ho semplicemente reso un servizio ad amici, parenti e sostenitori. E questo solo per alimentare il dibattito all'interno del partito». Eduardo Melisse esce allo scoperto. È lui il «signore delle tessere», l'uomo che ha finanziato l'adesione al Pd di 120 persone pagando le quote d'iscrizione con la propria carta di credito e provvedendo personalmente alla compilazione dei moduli online. Una vicenda che ha destato imbarazzo nei vertici locali e regionali del partito, costretti a bloccare il tesseramento, ma non nel 58enne presidente del Consiglio comunale, pronto a rispedire al mittente qualsiasi accusa di irregolarità.
Le 120 tessere pagate dalla stessa persona sono diventate un caso nazionale. Non si sente responsabile di questo ennesimo grattacapo per il Pd?
«Sono sempre stato leale e anche stavolta ho agito in buona fede. Innanzitutto per portare nuove idee e proposte all'interno del partito, presupposto indispensabile anche per il rilancio di Castellammare. E, in secondo luogo, per facilitare il compito a persone a me vicine che avevano liberamente deciso di aderire al Pd».
Non immaginava che un numero così alto di tessere, pagate dalla stessa persona, avrebbe destato sospetti e polemiche?
«Alle ultime elezioni comunali ho raccolto circa 900 voti praticamente da solo, senza appoggiarmi a una candidata e quindi senza sfruttare la doppia preferenza di genere. D'altra parte sono un professionista conosciuto, ho una famiglia numerosa e mi sono sempre impegnato per la gente. Quelle 120 tessere rappresentano solo una piccola parte del mio bacino elettorale. Non vedo che cosa ci sia di strano».
Di strano, secondo i rappresentanti locali del M5s, c'è anche il fatto che lei si sia iscritto al Pd soltanto una settimana fa.
«Ho aderito quando è stato aperto il tesseramento. D'altra parte, a Castellammare, l'iniziativa non è stata adeguatamente pubblicizzata nelle periferie e il partito non ha più una sede. Anzi, sono stato io a ospitare nel mio studio l'unica riunione del Pd che si è svolta da giugno scorso a oggi. In condizioni diverse mi sarei potuto iscrivere prima e, probabilmente, anche quelle 120 tessere sarebbero state di più».
Il sindaco Antonio Pannullo ha bollato l'episodio come «atto di una furbizia politica che non appartiene al Pd». Come commenta queste parole?
«Chi mi conosce lo sa: non ho mai fatto il furbo. Sono una persona stimata al servizio dei cittadini e sfido chiunque a dire il contrario. Se avessi voluto gonfiare il numero delle tessere per acquistare maggiore peso all'interno della sezione stabiese del partito, non avrei fatto questa operazione con la mia carta di credito. E poi c'è da valutare un altro aspetto».
Prego.
«Tutte le persone che si sono iscritte sono state regolarmente informate. Anzi, sono venute nel mio studio e mi hanno portato i 15 euro e i documenti necessari per l'adesione al partito. A quel punto ho completato la procedura d'iscrizione online ed effettuato i vari pagamenti dalla mia paypal. Altro che imbroglio, ho fatto semplicemente un favore a tanti che mi stimano e hanno scelto di aderire al Pd in piena libertà».
Chi sono questi nuovi iscritti al Pd?
«Per la maggior parte si tratta di miei familiari e amici d'infanzia. Professionisti, commercianti, contadini, ma anche studenti. Molti abitano a Ponte Persica, il quartiere di cui sono originario. Tutti sono onesti e perbene. Anche per questo motivo non capisco il trambusto che si è scatenato». Fatto sta che i vertici del partito hanno sospeso la campagna di adesione e annullato le 120 tessere sospette. Ora non teme sanzioni da parte del Pd? «Se è così, i soldi delle iscrizioni dovranno essere riaccreditati sulla mia paypal e io provvederò personalmente a restituirli alle persone che me li avevano affidati per il tesseramento. Non temo alcuna conseguenza visto che, anche stavolta, ho agito pensando al futuro della compagine di cui faccio parte e della mia città. Questa può mai essere una colpa?»
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