Masseria da incubo nel Napoletano: in vendita latte «contaminato»

Masseria da incubo nel Napoletano: in vendita latte «contaminato»
di Patrizia Panico
Domenica 23 Settembre 2018, 14:00
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CERCOLA - Latte «insudiciato», per la presenza negli ambienti di mosche, moscerini e letami; animali con gli arti sommersi nell'acqua e nel fango; ambienti le cui condizioni igienico-sanitarie apparivano indescrivibili fino al deposito di decine di chili di pane ammuffito e accatastato e l'utilizzo, infine, di mezzi privi delle specifiche autorizzazioni di legge per il trasporto di mangimi. Tutto sequestrato - azienda, animali e automezzi - per precarie condizioni igienico-sanitarie e violazioni in materia ambientale e rimozione e smaltimento dei rifiuti organici; denunciati i responsabili (padre e figlio, già noti alle forze dell'ordine) rispettivamente collaboratore e titolare.

L'epilogo giudiziario - un sequestro preventivo per ulteriori accertamenti di carattere urbanistico e di prevenzione sanitaria, in particolare del rischio brucellosi per la presenza di alcuni animali da latte - non poteva essere diverso viste le condizioni e lo stato dei luoghi, in particolare quelli per il confezionamento del latte, il prodotto finale destinato all'alimentazione che era il «core business» dell'impresa agricola. Il blitz dei carabinieri della tenenza di Cercola è stato eseguito l'altra mattina, in una masseria ai confini con Pollena Trocchia; una vasta operazione di prevenzione svolta con i colleghi della forestale del comando provinciale di Napoli e gli ispettori dell'Unità operativa del Servizio veterinario (Uov) della locale Asl Napoli 3 Sud. Quando la task force dei militari dell'Arma e del personale civile dell'Azienda sanitaria ha fatto irruzione all'interno dell'azienda agricola lo scenario, anche dal punto di vista olfattivo, è apparso subito chiaro e grave: precarie se non addirittura inesistenti le tutele igienico-sanitarie dei capi di bestiame - circa unità 200 tra bufale e ovini - precarie allo stesso modo quelle degli ambienti di produzione del latte: tant'è che gli ispettori dell'Asl hanno usato il termine «insudiciato» riferendosi al locale dove vi erano i due refrigeratori contenenti il latte di produzione giornaliera e destinato a un uso alimentare. Gli stessi animali, bufali e ovini, venivano tenuti in condizioni igienico- sanitarie precarie: si trovavano con gli arti sommersi nell'acqua o nei fanghi di letame.
 
Uno scenario da choc, ma non era ancora finita. Non solo. Sul retro dell'azienda gli ispettori hanno rinvenuto circa 18 metri cubi di pezzi di pane accatastato e ormai completamente ammuffito, probabilmente destinato all'alimentazione degli animali. Le verifiche nel contempo si sono rivolte anche alla documentazione relativa ai permessi ed alle concessioni della ditta. Sequestro preventivo per l'intera azienda: l'Ufficio tecnico comunale dovrà accertare se l'attività sia abusiva o meno, verificare la regolarità urbanistica, ed accertare l'esistenza delle autorizzazioni sanitarie per la detenzione degli animali nonché per l'attività di allevamento e produzione, documenti non trovati al momento dei controlli. Sequestrato in ultimo anche un autocarro risultato privo di autorizzazioni per il trasporto di mangimi.
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