Terremoto Ischia, i furbetti della paura
«fuggiti» senza pagare il conto

Terremoto Ischia, i furbetti della paura «fuggiti» senza pagare il conto
di Ciro Cenatiempo e Massimo Zivelli
Giovedì 24 Agosto 2017, 08:52 - Ultimo agg. 17:30
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Ischia. La scossa di terremoto e la paura. Per molti villeggianti l’occasione è stata colta al volo. Una buona scusa per scappare senza saldare il fitto della casa delle vacanze, in alcuni casi anche quello pendente presso alberghi e pensioncine. È accaduto anche questo l’altra notte a Ischia, quando nelle ore successive all’evento sismico che ha interessato l’isola, interi eserciti di villeggianti si sono riversati in maniera caotica sui porti di Ischia e Casamicciola con l’intento di partire in tutta fretta alla volta della terraferma e quindi sottrarsi al terremoto e ai suoi effetti. Con le forze dell’ordine completamente impegnate nei soccorsi e nello sgombero dalle aree maggiormente colpite, e contando anche sull’immancabile clima di confusione generale, per tanti l’esodo anticipato di qualche giorno ha fornito l’alibi perfetto per abbandonare senza pagare le case prese in fitto per le vacanze di agosto. O quanto meno, senza completare il pagamento, dopo aver versato solo la caparra all’arrivo. Parecchi i casi che si sono verificati, anche se la notizia è venuta fuori solo adesso, con i riflettori che gradatamente si vanno spegnendo sui fatti principali della drammatica notte di lunedì, mentre arriva il tempo delle valutazioni e dei bilanci. Soprattutto di quanto è costato e quanto peserà in negativo nelle prossime settimane sul bilancio della più importante realtà turistica campana.
 


È venuta fuori ieri, questo storia dei «furbetti» della paura, quando alcuni proprietari di case delle vacanze e anche qualche piccolo albergatore si sono presentati al commissariato. «L’altra notte si sono pure presi a botte sulle banchine pur di trovare un posto sulle navi, e adesso sappiamo perché. Non era il panico per nuove scosse di terremoto, quanto piuttosto la paura di non riuscire a scappare in tempo senza aver pagato il conto» raccontano non senza ironia al commissariato di Ischia, dove qualcuno dei creditori beffati alla fine si è rivolto. La vicenda dei fitti non pagati fa il paio con quella relativa alla pretesa, avanzata sempre l’altra notte dai tanti in fuga dall’isola, di non pagare il biglietto del traghetto, perchè «evacuati dal terremoto». La prima furbizia è andata bene. Ma dopo il lauto pranzo gratis, i soliti furbi almeno il caffè sono stati costretti a pagarlo. Le compagnie marittime infatti si sono fatte pagare regolarmente la trasferta e al massimo hanno convertito senza costi di transazione i biglietti prenotati per fine agosto, anticipandoli alla data dell’altra notte. Non è certo la prima volta che villeggianti o clienti d’albergo in vacanza a Ischia, si dileguano prima di aver saldato il conto della vacanza. È sicuramente però la prima volta che i furbetti della vacanza hanno trovato nel terremoto un complice che ne ha avallato la fuga. «Ci dobbiamo tenere la beffa - è il commento amaro di un locatario - perchè con soggetti del genere anche tentando di far valere il nostro diritto per vie legali, ci sarebbe poco o addirittura niente da recuperare. Quanto accaduto serve da lezione a tutti, in futuro bisognerà riscuotere tutto il fitto con largo anticipo». D’altronde, cofre alla mano, non c’è dubbio che il sisma ha assestato un colpo pesante all’economia dell’isola. Che di turismo vive, e poco più. «Il buco nell’indotto si aggira intorno ai quattrocentomila euro». Secca, lapidaria la considerazione di Ermando Mennella, presidente di Federalberghi delle isole di Ischia e Procida. «La quantificazione – aggiunge – non si regge su basi scientifiche, è ovvio, ma su una serie di fattori comunque chiari. Sono cinquemila le persone che hanno lasciato le strutture alberghiere prima della conclusione della vacanza, in seguito alla paura generata dalla scossa. E altrettante sono andate via dalle seconde case, dalle abitazioni di proprietà o da quelle prese in affitto per questo periodo. Poi bisogna aggiungere un migliaio di pendolari della nuotata che non stanno più affollando traghetti e aliscafi secondo lo schema classico del mordi e fuggi». C’è un altro aspetto da non sottovalutare in prospettiva di medio e lungo termine e riguarda 1.200 i posti letto non disponibili, per un periodo imprecisato, negli alberghi di Casamicciola e Lacco Ameno. «Sono una quindicina in tutto, gli hotel che hanno chiuso per mancanza di prenotazioni o perché, dopo essere stati evacuati, devono essere sottoposti alle necessarie verifiche di agibilità, o a lavori di ristrutturazione. In tale ottica non si possono fare previsioni sui trend di settembre». Sull’altro fronte, quello delle attività commerciali, lo scenario non è catastrofico.

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