Ischia, gli sfollati sfidano i sindaci: ricostruzione, niente favoritismi

Ischia, gli sfollati sfidano i sindaci: ricostruzione, niente favoritismi
di Ciro Cenatiempo
Lunedì 17 Settembre 2018, 08:35 - Ultimo agg. 10:21
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ISCHIA - La ricostruzione impossibile, la paralisi dell'economia locale e la rabbia degli sfollati. Questo è lo scenario che si delinea tra Casamicciola e Lacco Ameno, dopo la divulgazione della bozza di decreto predisposta dal governo per il dopo sisma di Ischia. Il documento non ha scatenato solo le ferme reazioni del governatore della Campania Vincenzo De Luca e dei sindaci isolani, ma sta generando un allarme che si diffonde come un torrente sui social. La fibrillazione, in attesa di leggere il testo ufficiale, crea in queste ore un clima esasperato da «tutti contro tutti», di sospetto e delusione. A scendere in campo, con durezza, è anche il comitato «Casamicciola risorgeremo» che, attraverso la portavoce Annalisa Iaccarino, ha diffuso una nota eloquente.

«Il presidente del consiglio Conte e il vice presidente Di Maio hanno avallato le richieste di chi antepone gli interessi materiali ed economici al rispetto delle persone, richieste inaccettabili e strumentali che attaccano gli abitanti della zona rossa - riportano a errori e orrori che ricordano i peggiori anni della cosiddetta prima repubblica». La polemica è a fior di nervi tesi. «Eppure sottolinea la signora Iaccarino - venendo nell'isola hanno avuto modo di toccare con mano le assurdità perpetrate ad Ischia, gli abusi, non edilizi ma di potere; hanno gridato scusa in nome del vecchio governo; hanno assicurato che non avrebbero considerato Ischia e i suoi cittadini come figli di un terremoto minore. Così facendo l'attuale governo sta dimostrando di avere a cuore la vuota propaganda politica, non confermando un provvedimento legislativo quale il decreto numero 189 del 17 ottobre 2016, soltanto perché realizzato dal precedente governo per il centro Italia».
 
La prospettiva delineata sembrerebbe quella di non voler considerare in alcun modo la barriera dei condoni, ma di aspirare a un «via libera generale», una sanatoria totale per le case danneggiate o crollate a prescindere dalle situazioni giuridiche e amministrative dei fabbricati. Del resto si sostiene che «il decreto disattende le promesse di parificazione dei cittadini isolani ai cittadini del centro Italia che hanno subito la sventura del terremoto, in quanto non concede al commissario straordinario poteri effettivi e di azioni in deroga, mentre chiede ai Comuni quello che non è stato possibile fare e non è stato fatto per decenni in tema di esame delle istanze di sanatoria, dando spazio a favoritismi locali gestiti peraltro da amministrazioni che hanno dato prova di non saper curare gli interessi del territorio».

Ma sul fronte dei Comuni, anche se è complicato fare previsioni, si individuano i punti più concreti da affrontare, e la grande preoccupazione passa per uno snodo cruciale, sottolineano Giovan Battista Castagna e Giacomo Pascale, sindaci di Casamicciola e Lacco Ameno: il riconoscimento di tutte le domande di condono, senza esclusioni. «Sarà fondamentale un passaggio: se non si accolgono dicono i sindaci - le istanze presentate dai cittadini per il terzo condono del 2003, che in stragrande maggioranza poi sono proprio quelle che riguardano le strutture colpite dal terremoto, non andremo da nessuna parte». E, per ricaduta, non solo «si impediranno tutte le attività di recupero e/o ricostruzione degli immobili crollati o danneggiati; ma anche nessuna attività commerciale potrà mai essere riavviata e nessun disoccupato potrà mai riprendere a lavorare, sommando le sofferenze degli sfollati a quelle delle imprese», come ricordano al comitato.
 
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