Terremoto a Ischia, polemica sull'abusivismo. I sindaci: «Non c'entra nulla». La Protezione civile: «Case con materiali scadenti»

Terremoto a Ischia, polemica sull'abusivismo. I sindaci: «Non c'entra nulla». La Protezione civile: «Case con materiali scadenti»
Martedì 22 Agosto 2017, 18:47 - Ultimo agg. 22:55
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I sindaci dicono che no, gli edifici crollati non c'entrano con l' abusivismo. Temono sciacallaggio mediatico e fuggi-fuggi dei turisti; spiegano che i crolli sono circoscritti. Ma per il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Francesco Peduto, morire per un sisma di magnitudo 4 «è assurdo» e «la mancanza di prevenzione lascia interdetti».
 


È innegabile: il sisma a Ischia riapre la ferita, mai chiusa, degli abusi edilizi. Una ferita che, non solo al sud, si nutre anche di clientelismo, voti, consenso. E accanto alle case venute giù ci sono quelle lesionate.

LA PROTEZIONE CIVILE: «USATO MATERIALE SCADENTE»
«C'è un discorso di specificità dell'isola d'Ischia che è in area vulcanica. Quello che però ho potuto vedere oggi è che molte costruzioni sono realizzate con materiali scadenti che non corrispondono alla normativa vigente, per questo alcuni palazzi sono crollati o rimasti danneggiati», ha detto Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, in conferenza stampa a Casamicciola. Le stime rilanciate da Legambiente indicano in oltre 600 le case abusive da demolire: la cifra è quella stilata dalla stessa Procura di Napoli quando, ancora nel 2010, mandò le ruspe sul posto. Allora il territorio reagì con forza. A gennaio di quell'anno proprio a Casamicciola, ora colpita, la demolizione di una villetta in cui viveva un disoccupato con moglie e figlia culminò in uno scontro con la polizia con 15 feriti, tra cui 8 agenti.
 
 

I CONDONI
La gente lanciò sassi, bloccò le strade, diede fuoco a una roulotte. L'abitazione fu buttata giù, ma sindaci, parroco e 3mila persone sfilarono per chiedere di fermare le demolizioni. Obiettivo raggiunto con più agio grazie a condoni e milleproroghe. Sempre Legambiente riporta che nei 6 comuni dell'isola le pratiche di condono in 30 anni sono state 27mila: 7.235 nel solo comune di Ischia, spiega l'ingegner Sandro Simoncini, docente di Urbanistica alla Sapienza e presidente di Sogeea. Migliaia di queste istanze (circa 4.400 a Ischia) sono ancora da evadere; mentre è proseguita «una sistematica speculazione edilizia» «utilizzando anche materiali e tecniche di scarsa qualità», afferma l'urbanista.

LA REAZIONE DEI SINDACI
Un allarme lanciato tante volte anche dal magistrato che in Campania ha più lottato contro l' abusivismo, ricevendo anche minacce: Aldo De Chiara, ex procuratore aggiunto e ex capo del pool ambiente della Procura, che, ormai in pensione, torna a mettere in guardia sull'uso del cemento impoverito. A giugno, a un convegno sull'abuso edilizio a Lacco Ameno, ebbe un duro confronto con l'ex senatore di Ala Ciro Falanga, primo firmatario di una legge sostenuta da Fi e Pd che, passata tra le polemiche al Senato e ora in attesa alla Camera, stabilisce una
graduatoria nelle demolizioni indicando le priorità alle Procure. Per le opposizioni un «condono perpetuo». Ma oggi Falanga definisce una «assurda strumentalizzazione» quella in atto su Ischia dopo il sisma.

LE INDAGINI 
Resta il fatto che il tema degli abusi edilizi è al centro di indagini giudiziarie. Uno dei filoni di un'inchiesta che tra 2013 e 2014 ha scosso gli uffici giudiziari di Napoli, quella su presunti episodi di corruzione che fece scattare misure cautelari nei confronti di avvocati, cancellieri e dipendenti pubblici, riguarda anche Ischia: il sospetto è che tra i fascicoli processuali manipolati alcuni riguardino proprio processi per abusi edilizi nell'isola.
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