Invalsi, sono in Campania i più scarsi in matematica. E cresce il ritardo del Sud

Il risultato dei test 2023 dei maturati ma il divario inizia già alle elementari

Le prove Invalsi
Le prove Invalsi
Giovedì 13 Luglio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 16:24
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Una scuola del Nord, una del Centro e infine, fanalino di coda, una del Sud. Che il sistema didattico italiano andasse a velocità diverse, lo si sapeva da tempo ma dal Rapporto Prove Invalsi 2023 arriva un quadro che va a peggiorare. Già a partire dalla seconda classe primaria si evidenzia una significativa differenza negli esiti tra i diversi territori, a netto vantaggio del Settentrione rispetto al Centro e soprattutto al Mezzogiorno (-1,7 punti percentuali per il Sud, cioè Campania, Puglia, Abruzzo e Molise, e -5,8 punti percentuali per il resto del Sud e le Isole), poi la situazione diventa endemica. «I divari a sfavore del Mezzogiorno si accentuano nella scuola secondaria: -15 punti percentuali al termine del primo ciclo e 22-23 punti al termine delle superiori. Per la Matematica arriviamo addirittura a -25-30 punti, un divario enorme» ha spiegato il ministro del MIM Giuseppe Valditara, evidenziando tra le tante cause «la fragilità sociale dei territori innanzitutto». In pratica è come se gli studenti del Sud avessero buttato in termini di competenze due anni di scuola. E nel documento l’allarme arriva forte e chiaro: «Un’assenza di interventi adeguati fin dai primi anni di scuola potrebbe portare al rischio di un’amplificazione di queste precoci disparità territoriali». 

Il rendimento degli studenti italiani peggiora sugli esiti della scuola primaria che mostra un indebolimento dei risultati in tutte le discipline sia in seconda che in quinta elementare. In seconda elementare i risultati di Italiano e di Matematica sono più bassi del 2019 e 2021 e in linea con il 2022. In Matematica 1 bambino su 3 non raggiunge le competenze di base né in seconda né in quinta. Alle medie si ferma il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra 2019 e 2021, ma purtroppo non si riscontra un’inversione di tendenza. Gli esiti di Inglese (sia listening che reading) sono invece in miglioramento. A livello nazionale gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati secondo le indicazioni nazionali sono: Italiano 62% (+1% rispetto al 2022), Matematica 56% (invariato), Inglese-reading (A2) 80% (+2%), Inglese-listening (A2) 62% (+3% e +11% rispetto al 2018, inizio della rilevazione). 

I dati però cambiano molto se guardiamo solo al Sud: in alcune regioni solo 1 ragazzo su 2 delle medie comprende correttamente ciò che legge e addirittura 2 studenti su 3 (35-40%) non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese.

Si confermano, in parte ampliate, le forti evidenze di disuguaglianza di opportunità di apprendimento nelle regioni del Sud sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia tra scuole e, soprattutto, tra classi. «Ancora una volta i risultati Invalsi ci restituiscono un Paese a due velocità, se non talvolta a tre» è sintetizzato nelle conclusioni. E se le scuole del Nord riescono in generale a mantenere livelli di risultato in linea con i più importanti Paesi europei, al Sud barcolla, con -15 punti percentuali al termine del primo ciclo, -22-23 al termine delle superiori, mentre solo per la matematica -25-30 punti. «Le cause sono tante, innanzitutto la fragilità sociale del territorio. Ma c’è una causa su cui dobbiamo riflettere: nel 2019 la percentuale di assenze nelle scuole del Sud è di 15 giorni all’anno rispetto a quelli del Nord.

E questo per 13 anni equivale quasi a perdere un anno scolastico» ha detto il ministro Valditara secondo cui le prove Invalsi «fotografano una spaccatura del Paese e non possiamo più accettare che l’Italia sia divisa in due. In Sicilia, Campania e Calabria vi è un divario rispetto al Nord di 5 punti percentuali in Italiano, 10 in Matematica e di 4-5 in Inglese». La Campania è la peggiore d’Italia in Matematica con sette diplomati su dieci sotto la sufficienza. Tuttavia nel documento si sottolinea l’incoraggiante calo della dispersione scolastica implicita che si attesta all’8,7%, -1 punto percentuale rispetto al 2022. Il calo maggiore si registra in Calabria (-5%), in Puglia (-2,9%), Sardegna (-2,8%) e Sicilia (-2,4%). Tuttavia, le differenze assolute a livello territoriale rimangano molto elevate: Campania (19%), Sardegna (15,9%), Sicilia (13,6%), Calabria (13 %) e Basilicata (10,6%). 

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Il ministro del MIM ha però un piano: «Dobbiamo realizzare una svolta, partendo da interventi mirati. Partire individuando le scuole più a rischio, l’Invalsi ha sottoposto un elenco di 240 scuole, di cui 120 saranno elementari, 60 medie e 60 superiori, dove sono stati individuati alcuni criteri, assenze, fragilità nei risultati…». Già da settembre sono previsti interventi «con investimenti economici importanti, soprattutto per le materie critiche come italiano, matematica, inglese, sottolineando l’importanza della personalizzazione della didattica, che deve essere innovativa, laboratoriale, cambiando la lezione solamente frontale con l’introduzione di nuove metodologie didattiche. Inoltre, tempo pieno, mense, più docenti (4-5 in media) con formazione specialistica e retribuzione aggiuntiva per attività extracurriculari». Pronta un’intesa con le Regioni poiché «bisogna ricostruire l’alleanza famiglia-scuola. Serve una scuola aperta al territorio tutto il giorno». 
 

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