Integrazione e cultura in piazza De Filippo:
Le aiuole del teatro curate dai migranti

Integrazione e cultura in piazza De Filippo: Le aiuole del teatro curate dai migranti
di Maria Elefante
Venerdì 23 Giugno 2017, 14:41 - Ultimo agg. 14:42
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I giardini davanti al teatro di Eduardo De Filippo diventano un buon esempio di integrazione. Rose ed Hibiscus colorati sono stati piantati dai migranti e dai residenti insieme alla supervisione di giardinieri del Comune di Napoli. Un progetto speciale che a pochi giorni dalla giornata del rifugiato assume un significato maggiore: non solo un’integrazione ma esigenze che diventano azioni concrete per la città. «Ci era arrivata la richiesta di curare la parte verde della piazza proprio dal teatro – spiega Giovanni Parisi assessore alla Cultura e alle Politiche sociali della quarta municipalità – e così abbiamo scelto di mettere insieme chi lavora sul nostro quartiere per dare un servizio».

La parola d’ordine diventa quindi partecipazione. Tutti hanno cercato di dare una mano con l’unico obiettivo di rendere bello il quartiere. «Vivendo il quartiere da ormai quattro anni è stato molto naturale immaginare forme di scambio rivolte a migliorare ad abbellire gli spazi pubblici - spiega Marika Visconti presidente dell’associazione Onlus Less - i migranti vivono la città allo stesso modo degli italiani ed hanno voluto èiantare insieme tutti quei fiori colorati».

 


Le opportunità di integrazioni devono quindi essere create, il rischio è spesso l’isolamento dei migranti che può rendere difficili gli scambi con la cittadinanza. «Ci auguriamo invece che progetti del genere possano essere un esempio ed essere adottati anche nelle altre zone della città - spiega Armando Simeone assessore all’ambiente della quarta municipalità - qui avvertiamo proprio l’esigenza di stare tutti insieme, ormai tra piazza Cavour e via Foria i nostri dati ci dicono che il 20 per cento dei residenti è straniero».

Mettere insieme quindi diverse realtà può quindi contribuire all’integrazione dei migranti «Non bisogna creare dei quartieri ghetto - spiega Giampiero Perrella presidente della quarta municipalità - ma cercare di mandare avanti delle azioni che servono alla gente, manutenzioni ma anche assistenza. Ma soprattutto non bisogna dimenticare che l’integrazione dei migranti parte dalla sinergia tra le istituzioni del territorio. Adesso speriamo solo che questi fiori non vengano distrutti dai ragazzini che nel pomeriggio giocano a pallone».

Una ragazza che lavora al bar in piazza Eduardo De Filippo ha visto quanta fatica e quanto impegno hanno impiegato tutti.
In quella piazza che dista solo pochi passi da Porta Capuana, i residenti cercano segni di riscatto. Spazi, sorveglianza e soprattutto quotidianità. «Speriamo di continuare con questi progetti, potrebbe essere una svolta anche per i migranti che frequentano Porta Capuana».

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