Inchiesta Pip, resta in carcere l'imprenditore Di Guida. Niente Riesame per Di Nunzio

Inchiesta Pip, resta in carcere l'imprenditore Di Guida. Niente Riesame per Di Nunzio
di Ferdinando Bocchetti
Giovedì 22 Febbraio 2018, 08:17
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Resta in carcere Antonio Di Guida, l'ex assessore provinciale di Forza Italia in carcere dall'aprile del 2017 con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. L'imprenditore, socio in affari dei fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, titolari dell'azienda di Sant'Antimo che si aggiudicò l'appalto per la realizzazione dell'area Pip di Marano, è attualmente detenuto nel carcere di Matera. Di Guida, secondo le accuse formulate dai magistrati della Dda di Napoli, avrebbe investito soldi della camorra in importanti operazioni immobiliari e si sarebbe mosso, con la complicità di alcuni tecnici, per tentare di "aggiustare le carte del complesso industriale di via Migliaccio", tra il 2015 e il 2016 oggetto delle indagini e dei controlli dei carabinieri del Ros.

Di Guida - come indicato da alcuni collaboratori di giustizia - sarebbe un imprenditore di riferimento del clan Polverino e avrebbe avuto, nel corso degli anni, importanti contatti d'affare anche con gli ambienti criminali di Giugliano. Socio e amico del fondatore di Magic World Cesare Basile (fu l'ultimo a vederlo in vita prima che fosse ucciso da un sicario), è indagato anche per voto di scambio nell'ambito del filone d'indagine sulle elezioni regionali del 2015. Non si è avvalso del ricorso al Riesame, invece, Salvatore Di Nunzio, meglio noto come "Tore 'a lavatrice", il commercialista di fatto dei Cesaro arrestato quindici giorni fa dai carabinieri del Ros.
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