Via da Scampia in cambio di soldi: i rom frenano, l'ira del Comune

Via da Scampia in cambio di soldi: i rom frenano, l'ira del Comune
di Valerio Esca
Giovedì 19 Aprile 2018, 08:37 - Ultimo agg. 09:53
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Alcune famiglie rom hanno già lasciato l'auditorium di Scampia, altre sono in attesa di una destinazione «migliore» rispetto a quella proposta dal Comune. Ed è subito scontro tra le associazioni e Palazzo San Giacomo. Ad infiammare la polemica l'erogazione, due giorni fa, del contributo di 50mila euro (5mila euro per ogni nucleo familiare), da parte dei servizi finanziari di Palazzo San Giacomo, ai rom coinvolti nell'incendio del campo di via Cupa Perillo lo scorso 27 agosto. Un provvedimento che ha fatto discutere nei mesi scorsi e che di fatto mirava a liberare la struttura dell'ottava Municipalità. Soldi in cambio dell'addio all'Auditorium, con il «divieto di occupare altri edifici comunali». Questo l'accordo che l'amministrazione ha proposto alle 13 famiglie (47 persone in tutto) ospitate a Scampia. Dopo l'istruttoria del Municipio, però, soltanto nove nuclei familiari hanno ricevuto il bonifico. Perché? «Le altre quattro famiglie non sono in possesso dei requisiti per accedere al contributo» ha spiegato l'assessore al Welfare Roberta Gaeta. «Stiamo comunque facendo un approfondimento - chiarisce - per poter erogare successivamente i fondi». In ogni caso i bonifici sono stati emessi, ma nella struttura sono rimaste ancora 20 persone. Alcune rientrano tra quelle che hanno ricevuto il contributo.
 

Una situazione di caos dalla quale è scaturito un muro contro muro tra le associazioni e i comitati in difesa dei rom e l'amministrazione de Magistris. «Abbiamo deciso di denunciare e raccontare quali sono le politiche di accoglienza che il Comune attua per le famiglie rom - tuona Barbara Pierro del comitato Abitare Cupa Perillo - È partita l'erogazione solo per alcune famiglie del contributo e contestualmente la comunicazione da parte degli uffici comunali a lasciare nel più breve tempo possibile il cosiddetto centro di accoglienza».


Il j'accuse delle associazioni al Comune è pesante: «Lo stesso giorno in cui sono arrivati i bonifici è stato detto alle famiglie rom, da assistenti sociali inviati dal Municipio, di liberare a stretto giro la struttura». L'assessore Gaeta non ci sta e controbatte: «Nessuno ha mai intimato loro di andare via in maniera forzosa». Questo il racconto di una famiglia rom raccolto in un video e pubblicato su Facebook: «Ci hanno detto di andare via subito. E dove andremo ad abitare ancora non lo sappiamo».

Per le famiglie senza requisiti la giunta de Magistris ha prospettato il trasferimento presso il centro di accoglienza comunale ex scuola Deledda a Soccavo. Ma i rom non ne vogliono sapere e vanno al braccio di ferro con l'amministrazione: «È completamente decontestualizzato dal proprio territorio - rimarca Pierro - Basti pensare ai bambini che vanno a scuola a Scampia, spostarli a Soccavo vuol dire impedirgli di studiare. A questa soluzione le famiglie preferiscono la strada». Poi l'affondo: «Le famiglie abbandonate a loro stesse cercano di capire cosa fare, in assenza delle politiche comunali in tema di accompagnamento all'abitare per i rom. Come comitato Abitare Cupa Perillo, in attesa di poter continuare con le istituzioni un tavolo di confronto serio e concreto, annunciamo che nessuna famiglia si allontanerà senza alternative abitative dignitose». Dura la replica dell'assessore Gaeta: «Chi vuole pretestuosamente può ciò che vuole. La verità è che da tempo le famiglie hanno sottoscritto un documento su base volontaria e si sono dichiarate favorevoli a ricevere un contributo per lasciare la struttura. Per coloro che non hanno i documenti in regola abbiamo attivato un percorso di regolarizzazione. Anche se i tempi in questo caso sono più lunghi. Bisogna tener conto delle loro esigenze, ma anche di quelle del territorio. E l'auditorium va restituito al quartiere».
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