Anm, il flop dei biglietti venduti a bordo dei bus: talmente pochi da non essere conteggiati

Anm, il flop dei biglietti venduti a bordo dei bus: talmente pochi da non essere conteggiati
di Paolo Barbuto
Giovedì 18 Gennaio 2018, 08:41 - Ultimo agg. 09:46
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Autisti e bigliettai. La novità è partita ufficialmente un mese fa, nei giorni che precedevano il Natale. Secondo l'azienda, che si dibatte nella melma del fallimento, poteva essere un'occasione per contribuire alla lotta contro i portoghesi; secondo i sindacati era solo un inutile aggravio di lavoro per chi guida il bus a Napoli. Alla fine, d'imperio, si decise di andare avanti. Ma l'esperienza, al giro di boa del primo mese, come è andata?

All'Anm allargano le braccia. Non lo sanno, non sono stati contati i biglietti acquistati direttamente a bordo degli autobus napoletani e il motivo viene anche spiegato dall'ufficio aziendale che cura i rapporti con l'esterno: «Si tratta di numeri talmente residuali da non essere inseriti in un conteggio a parte rispetto a quello usuale della vendita dei biglietti». Così, a pelle, sembra che la risposta stia a significare che le cose sono andate piuttosto male sul fronte di questa novità.
 
E le sensazioni vengono confermate da chi sta in strada tutti i giorni a guidare l'autobus: «Io non ne ho venduto nemmeno uno», sorride un autista che s'affaccia a una fermata del Vomero. Perdonateci la vaghezza delle informazioni su questo autista, ma ci ha chiesto di mantenere l'anonimato, e indicare il percorso sul quale l'abbiamo intercettato ieri mattina equivarrebbe a scrivere nome e cognome. «Il fatto - spiega l'uomo - è che diventa complicato mettersi a fare i venditori. Ovviamente se qualcuno si avvicina e chiede, lo facciamo. Ma a me fino ad ora non è mai capitato, sicché non ho mai vissuto questa nuova esperienza».

Per dare un incentivo agli autisti, è stata promessa loro una mancia da venti centesimi per ogni biglietto venduto anche se i concorrenti territoriali dell'Eav ne prendono 50. Ad ognuno è stato fornito un blocchetto da sessanta biglietti che hanno una grafica dai colori rossi e bianchi e una bella scritta grande «acquisto a bordo». Nei giorni in cui venne lanciata l'iniziativa si giocava a rimpiattino con le dichiarazioni di guerra all'evasione: nel giro di due anni sarà ridotta del cinquanta per cento; l'esperimento durerà sei mesi ma già fra due settimane presenteremo un primo bilancio, e sarà positivo.

Le prime due settimane sono passate da due settimane. Non c'è stato un bilancio ufficiale, nessuno ricorda la pomposità dell'esordio dell'iniziativa e molti utenti nemmeno sanno che ci sarebbe la possibilità di comprare il biglietto a bordo. Insomma, la vicenda s'è poderosamente ridimensionata, ingoiata dagli eventi aziendali dell'Anm che, come leggete in cima a questa pagina, continuano ad essere tempestosi.

Di autisti desiderosi di commentare la questione del biglietto a bordo se ne trovano pochi, ché all'orizzonte ci sono tempi davvero difficili e questa, a loro, pare un'inezia. In pochi si danno da fare per «piazzare» i biglietti, quasi nessuno è interessato ai modesti introiti che arriverebbero dalla vendita, praticamente tutti spiegano che «se proprio i passeggeri li chiedono, ovviamente li vendiamo. Ma non è che stiamo lì a fare pressione».

Vero, quasi nessuno fa pressione per trasformarsi in venditore. Ma c'è qualcuno che si sottrae alla massa, che oltre a fare il venditore s'è messo pure a fare il controllore del suo stesso bus. È un autista che, qualche settimana fa, era alla guida del 192 con partenza dal parcheggio Brin. Quell'autista ha deciso di interpretare il nuovo ruolo in maniera del tutto personale. Giunto alla fermata apriva solo la porta anteriore e chiedeva ad ogni passeggero di mostrare un biglietto valido o un abbonamento, in caso di mancanza di titolo di viaggio, tirava fuori il suo blocchetto e imponeva la vendita del biglietto. Sapete come è andata a finire l'iniziativa di questo autista? Che lungo il percorso ha trovato un passeggero prepotente il quale ha tentato di aggredirlo. E siccome il suo zelo non era stato gradito nemmeno dagli altri passeggeri, questi ultimi invece di difenderlo sarebbero stati anche disposti a partecipare al linciaggio del povero autista che se l'è cavata per miracolo chiudendo le porte e allontanandosi.

L'episodio testimonia quanto sia profonda l'inciviltà dei portoghesi e quanto possa essere difficile per un autista trasformarsi in venditore: ecco perché, probabilmente, la vendita a bordo ha portato numeri così bassi da non meritare nemmeno una colonnina a parte nel computo mensile.

 
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