Non solo Ostia, CasaPound
punta sulla Campania

Non solo Ostia, CasaPound punta sulla Campania
di Valentino Di Giacomo
Martedì 14 Novembre 2017, 12:14 - Ultimo agg. 12:16
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Dopo il boom elettorale ottenuto ad Ostia, ma anche in altre province italiane come Brescia e Lucca, CasaPound vuole «sfondare» anche in Campania. Gli attivisti sono pronti alla battaglia. Non si tratta di un'impresa semplice per un partito che a queste latitudini non si è mai contato in competizioni elettorali significative. A Napoli, ad esempio, alle ultime comunali il simbolo di Casapound non era presente sulla scheda e le liste della destra radicale hanno raccolto poco più dell'1% dei consensi. Eppure, nella galassia dei partiti neofascisti, il movimento con il simbolo della tartaruga stilizzata rappresenta qualcosa di diverso soprattutto per le modalità con cui riesce a radicarsi sul territorio. Sono appena otto le sedi riconosciute di Casapound in Campania, quella principale è nel capoluogo, a via Foria, ma sul web o nelle università il partito è molto influente.

Il coordinatore regionale di CasaPound è Nando Raiola, già candidato nelle liste del partito alle elezioni politiche del 2013 quando il movimento raccolse appena lo 0,1%. Un mondo variegatissimo quello dell'ultradestra diviso in una miriade di sigle: tra queste La Destra, Forza Nuova, Fratelli d'Italia, Fiamma Tricolore. «Avete scritto un articolo che fa schifo risponde Raiola al telefono Non voglio parlarvi».

Il coordinatore di CasaPound è infatti irritato per un servizio del Mattino che documentava dei rapporti di alcuni attivisti del movimento con personaggi che avevano colloqui telefonici con esponenti della ndrangheta (come avvenuto a Milano) o per la vicenda di Ostia e del clan Spada. Avevamo contattato Raiola anche per capire come sono finanziate le attività dopo alcune recenti inchieste che avevano messo in luce collegamenti con gruppi russi e francesi.

A Napoli gli attivisti di CasaPound vengono però ritenuti dalle forze dell'ordine dei «ragazzini con la passione politica». Anzi, secondo i poliziotti partenopei, quando accadono scontri di piazza in cui sono coinvolti personaggi del partito neofascista è perché questi subiscono provocazioni dai centri sociali di sinistra. Un'idea condivisa anche dal Viminale che un anno fa rese pubblico un documento che rappresentava CasaPound come una «forza dinamica e fattiva che tutela le fasce deboli animata da ragazzi capaci di occupare ampi spazi politici richiamandosi al periodo del ventennio».

 

In realtà i centri sociali di sinistra napoletani hanno moltissimi temi concorrenti con gli attivisti di CasaPound. Dai principi per un'economia statalista a tutela delle fasce più deboli alla nazionalizzazione della Banca d'Italia, dall'atteggiamento critico verso l'Europa alle politiche sulle occupazioni e il sostegno ai movimenti per l'abitare. Un tema quello dell'occupazione degli stabili - citato anche nell'ultima relazione presentata dall'intelligence in Parlamento. «I movimenti per l'abitare hanno intensificato l'impegno propagandistico hanno scritto gli analisti dei Servizi di sicurezza nel capitolo dedicato alle spinte anti sistema ed eversive - e da più parti è stata evidenziata la necessità di elevare il livello di protesta interpretando adeguatamente e dando voce al diffuso disagio che si vive in particolare nelle periferie, reputate luogo simbolo della disuguaglianza sociale, nonché importante bacino da sfruttare per l'attivismo di piazza».
In Campania non esistono criticità sul fronte dei movimenti di destra, nessun personaggio risulta segnalato per motivi particolari. I ragazzi di CasaPound si attivano invece per prestare aiuto alle famiglie in difficoltà organizzando, ad esempio, dei banchi alimentari per le persone più indigenti. Diverso è invece l'approccio sul tema migranti, lo slogan «prima gli italiani» è il cavallo di battaglia a differenza dei movimenti di estrema sinistra. Ma in questo caso la «purezza della razza» promulgata dal periodo fascista c'entra poco o nulla. Basti pensare che CasaPound è affiliata alla Onlus «Solidaritè Identites» attivissima nei territori di guerra, come avviene in Siria, per prestare soccorsi alle vittime delle bombe.
Sezioni a Marigliano, Torre del Greco, Sant'Agnello, Brusciano, Avellino e Salerno. Ma anche dove non ci sono sedi, CasaPound è ugualmente attivissima come a Ischia dove con il movimento «Difendi Ischia» che ha organizzato una serie di manifestazioni sul territorio per tutelare le istanze dei terremotati; o a Pomigliano dove pochi giorni fa i militanti di CasaPound sono stati invitati dalla popolazione insofferente per il degrado causato dalla presenza dei migranti. «Basta con il business del migrante», uno degli striscioni esposti dagli attivisti nella città. È così che CasaPound cerca di raccogliere proseliti e, soprattutto, voti. Dopo essersi slegati dai partiti di centrodestra ritenuti troppo moderati e anche dalla Lega Nord che non ha rinunciato ad alleanze con i partiti di centro, ora le nuove «camicie nere» vogliono presentarsi da sole e hanno già organizzato la propria macchina elettorale.
Il primo appuntamento sarà per le elezioni politiche in primavera dove sosterranno il neosegretario Simone Di Stefano divenuto celebre alle cronache dopo essere stato arrestato per aver sottratto una bandiera Ue nella sede romana dell'Unione europea. La soglia di sbarramento al 3% sembra un obiettivo alla portata. Ma ci si prepara anche per le prossime comunali cercando, attraverso iniziative sulla povertà sociale, di erodere consensi a quei centri sociali così vicini all'attuale sindaco de Magistris. I futuri candidati sono tutti trentenni come Giuseppe Savuto, Vincenzo Iorio e la giovane Emmanuela Florino, figlia di un ex senatore di An. Con buona pace dei giornalisti con cui non vogliono parlare perché, ricalcando antichi e ormai anacronistici motti, «chi non è con noi è contro di noi».
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