Gadget e biglietti del Napoli: il dirigente azzurro Formisano sentito dal pm

Gadget e biglietti del Napoli: il dirigente azzurro Formisano sentito dal pm
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 17 Maggio 2018, 08:31 - Ultimo agg. 10:03
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È stato ascoltato dai pm che indagano sui rapporti tra calciatori del Napoli e alcuni imprenditori finiti agli arresti otto giorni fa. Meno di due ore, tanto è durato il faccia a faccia tra Alessandro Formisano, manager del Napoli, e il pm anticamorra Francesco De Falco.

Convocato come persona informata dei fatti, all'indomani della discovery di alcune intercettazioni che svelano un progetto all'ombra del Calcio Napoli: quello di realizzare orologi col brand «Napoli calcio», un piano imprenditoriale mai andato in porto probabilmente proprio per il no secco del club azzurro.

Quanto basta a convocare ai piani alti della Procura lo stesso Formisano, come potenziale teste nel corso dell'inchiesta culminata giorni fa in alcuni arresti e nel sequestro di una discoteca a Coroglio.

Ricordate il caso dei tre fratelli Gabriele, Giuseppe e Francesco Esposito, con tanto di sequestro del Club partenopeo? Una vicenda su cui la Procura di Napoli sta facendo chiarezza, in relazione a un altro filone, nato dalle telefonate di Francesco Esposito e un suo conoscente, nel corso della quale puntano a strappare il via libera da parte del responsabile dell'area marketing del Napoli, per un'operazione commerciale che non prenderà mai le mosse. Scrivono gli uomini della Dia: «Le intercettazioni riscontravano che anche in questo progetto di investimento gli Esposito avessero intenzione di coinvolgere Paolo Cannavaro, la cui presenza avrebbe ovviamente garantito un importante ritorno pubblicitario».
 
Ci sono passaggi in cui Francesco Esposito parla di «Paolo», che per la Dia potrebbe essere riconducibile all'ex difensore del Napoli, mentre si raggiungono toni enfatici quando l'imprenditore pensa ai possibili ritorni economici sfruttando il canale twitter dei campioni del Napoli:

Francesco Esposito: «Ho parlato anche con Paolo».
Massimo Cozzolino: «E che ha detto?».
Francesco Esposito: «Vabbuò della quota mia gli do il 5 per cento, e lui ci fa mettere la pubblicità sopra a tutti i giocatori, sopra a tutti i twitter».
Massimo Cozzolino: «Ma perché gli devi dare la quota tua, lo facciamo insieme Francesco!»:
Francesco Esposito: «In verità, il ragazzo ha detto: se vuoi ci parlo io con Formisano; e io gli ho detto: aspetta Paolo, noi dobbiamo essere professionali».
E ancora: «Paolo ha 51mila contatti su twitter; Callejon ne ha 200mila».
Massimo Cozzolino: «Hai capito, se questo vendesse anche solo 200mila pezzi». Nulla di penalmente rilevante, anche se è logico pensare che gli inquirenti puntino a capire se ci sono state pressioni nei confronti della società da parte di settori dell'imprenditoria napoletana quanto meno discutibili.

Inchiesta condotta dai pm De Falco, Enrica Parascandolo, Ida Teresi, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Filippo Beatrice, possibile che siano stati battuti anche altri filoni investigativi: come la ricerca di biglietti nominativi per le partite del Napoli, come emerge da una telefonata intercettata, nel corso della quale un soggetto tale «Raffaele» - chiedeva con una certa insistenza otto ticket per il match degli azzurri. E almeno due di questi biglietti erano intestati a soggetti in odore di camorra, legati a famiglie del calibro di Bosti e Lo Russo.
Ma si attendono anche altre convocazioni a sorpresa.

Facile immaginare che la Procura punti ad acquisire la testimonianza del quasi ex portiere del Napoli Pepe Reina, che in questi anni ha coltivato alcune frequentazioni con i gestori della discoteca di Coroglio, i tre fratelli Esposito, finiti in manette due volte in meno di un anno. È lì, all'interno del Club partenopeo che Reina ha festeggiato il suo addio ai compagni di squadra in vista del suo passaggio al Milan, quanto basta a tenere in piedi alcune domande: chi gestiva la discoteca? Come avvenivano i pagamenti di una serata mondana come quella tenuta venti giorni fa da parte del portiere azzurro? Insomma, gadget e merchandising, biglietti e pressioni su cui, da ieri, c'è la versione del responsabile marketing del Napoli.
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