Greco: nuova strategia
per stanare chi avvelena

Greco: nuova strategia per stanare chi avvelena
di Marco Di Caterino
Sabato 18 Febbraio 2017, 09:03 - Ultimo agg. 09:04
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 Mentre dalla Corte dei Conti arriva il monito da Michael Sciascia, presidente del tribunale della giustizia contabile, «sulle ingenti spese sostenute» per combattere i roghi tossici senza che ci fossero sufficienti controlli sul fenomeno, questa mattina si riunisce un tavolo tecnico presso la Procura di Napoli Nord, l’ufficio giudiziario al centro dei 38 comuni (19 in provincia di Napoli e 19 in quella di Caserta), che costituiscono vero epicentro della Terra dei Fuochi. La missione è creare una «cartografia investigativa» dell’emergenza: i carabinieri saranno chiamati a raccogliere dati epidemiologici sul territorio, queste informazioni verranno trasmessi alla Procura e alle autorità sanitarie per un’analisi scientifica; da qui si partirà per individuare i fattori di rischio e i responsabili dell’inquinamento, in modo da garantire una risposta giudiziaria rapida.

«Alla riunione - spiega il procuratore Francesco Greco - prenderanno parte i comandi provinciali dei carabinieri di Napoli e Caserta, i comandanti del Nas e del Noe, i forestali, rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Arpac. Questo incontro segue quello del protocollo di intesa con l’Iss siglato a giugno e finalizzato allo scambio di dati e informazioni derivanti dalla sorveglianza epidemiologica della popolazione nel circondario di Napoli Nord, per gli eccessi di mortalità e all’incidenza tumorale legata alle sostanze inquinanti». 


Quale l’obiettivo dell’incontro?

«La costituzione organica di una rete capace di raccogliere dati sul fenomeno e scambiarli con gli altri soggetti coinvolti. Puntiamo a determinare una vera è propria cartografia investigativa, correlata da quelle indagini tecnico-scientifiche istituzionali tipiche del Nas, del Noe, dei carabinieri della forestale e della stessa Arpac nei dei territori a rischio. Senza dimenticare l’importante ruolo dei carabinieri delle caserme cittadine, in grado di segnalare non solo situazioni di inquinamento ambientale del loro territorio, ma anche riferire se in una determinata città si è verificato un picco di ricoveri e di decessi per malattie oncologiche».

Un ruolo, questo, che spetta alle Asl e alla Regione. Non c’è il rischio di una sovrapposizione o addirittura supplenza di compiti?

«Le Asl svolgono bene il loro lavoro, che non sarà mai il nostro. L’intenzione di base di questa iniziativa è proprio quella di fare rete con le aziende sanitarie locali e di far circolare i dati raccolti, senza analizzarli, perché non è un nostro compito. Per questo al tavolo partecipa l’Istituto Superiore di Sanità».

Come funzionerà la sinergia?

«Lo spiego con un esempio. Mettiamo che in due, tre comuni vicini venga registrato un picco di una particolare patologia, che sia oncologica o di altro tipo. Questi dati, che arriveranno in Procura, saranno smistati a seconda delle esigenze e in tempi brevi ai carabinieri del Nas piuttosto che a quelli del Noe oppure alla nuova forestale e all’Arpac, che effettueranno in quel territorio le indagini, i cui risultati verranno analizzati dall’Istituto superiore di sanità per una prima valutazione. In tempi rapidi, in modo tale da poter avviare un’azione giudiziaria altrettanto rapida. I dati, come dicevo, verranno messi in rete con le Asl e gli altri enti di competenza. In questo modo, la Procura di Napoli Nord avrà con il passare del tempo una vera e propria cartografia investigativa. Una conoscenza specifica, quasi minuziosa dei territori più a rischio dove con i dati in possesso sarà meno complicato individuare i responsabili. E in questo contesto, valuteremo anche l’azione delle pubbliche amministrazioni».

In procura arrivano denunce in tal senso?C’è collaborazione da parte delle popolazioni della Terra dei Fuochi?

«Poche.
Ed è questo un tasto dolente, che ci ha spinto a istituire questo tavolo, perché da Terra dei Fuochi, questo territorio sotto il profilo delle denunce e delle segnalazioni, sembra davvero la Terra dei Ciechi».
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