Di Muro a Graziano: appalto è questione di vita o di morte
E spunta il nome di Bubbico (non indagato)

Di Muro a Graziano: appalto è questione di vita o di morte E spunta il nome di Bubbico (non indagato)
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 29 Aprile 2016, 18:08 - Ultimo agg. 30 Aprile, 08:40
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Quando l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro parla con Stefano Graziano non usa mezzi termini: per lui, l'appalto di Palazzo Teti è
Nell'ambito dell'informativa dei carabinieri, gli inquirenti si soffermano sul ruolo dell'ex esponente del parlamento, per altro impegnato in diverse commissioni chiave. Ed è in questa conversazione che spunta il nome di Filippo Bubbico, viceministro dell'Interno, a cui Di Muro avrebbe dovuto esporre il proprio progetto di spostare il finanziamento per il restauro di Palazzo Teti da un capitolo all'altro. In questa vicenda, Graziano è indagato per concorso esterno in associazione camorristica, Di Muro è in cella, mentre Bubbico va ritenuto estraneo alle indagini. Ma non è tutto. Secondo l'informativa, le indagini «hanno dimostrato l'interesse di Alessandro Zagaria (l'imprenditore arrestato nei giorni scorsi perché ritenuto trait d'union tra il clan dei Casalesi e gli ambienti della politica e della pubblica amministrazione) e del sindaco Di Muro »che sono scesi in campo con un forte impegno affinché venisse eletto, come di fatto accadrà, Stefano Graziano alle elezioni del consiglio regionale«.

Per gli investigatori »il ruolo istituzionale ricoperto da Graziano consentirà a Di Muro di non perdere i finanziamenti del palazzo Teti Maffuccini. «Non ti dimenticare Bubbico!!», dice il sindaco. «No stai tranquillo», risponde Graziano. Di Muro: «È una questione di vita o di morte...'. Graziano: »Fammi passare oggi, dai Biagio«. Di Muro: Eh...oggi lo so. Graziano: Non mi dire niente che c'è una guerra». Secondo i carabinieri «l'intervento di Graziano presso la commissione ad acta del ministero» (dell'Interno, che gestisce i beni confiscati, come nel caso del Palazzo di Santa Maria Capua Vetere, ndr) è stato «fondamentale per ottenere il trasferimento del finanziamento e, di conseguenza, avere tempi meno stringenti previsti dal precedente capitolo di spesa, scongiurando la perdita del beneficio. Ovviamente tale favore sarà la contropartita per il procacciamento dei voti a favore di Graziano». Va sottolineato che, come precisano fonti giudiziarie, l'interessamento di Graziano per evitare il blocco dei fondi e fare inserire il finanziamento in un diverso capitolo non costituisce un illecito. Per gli inquirenti, la vicenda dimostra comunque il forte interesse del sindaco e dell'imprenditore Zagaria, entrambi ritenuti destinatari di tangenti versati dalle imprese che si aggiudicarono l'appalto, nonché il ruolo svolto da Graziano, il quale secondo l'ipotesi investigativa rappresenterebbe «uno stabile punto di riferimento politico per il clan».
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