Alessandro suicida a 13 anni, il tema choc al ministro: ​ipotesi ispettori nella scuola di Gragnano

Alessandro suicida a 13 anni, il tema choc al ministro: ipotesi ispettori nella scuola di Gragnano
di Dario Sautto
Giovedì 6 Ottobre 2022, 23:51 - Ultimo agg. 8 Ottobre, 08:32
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In quel tema Alessandro aveva scritto di essere vittima di bulli e, con la sua maturità e una sensibilità fuori dal comune, aveva quasi avuto compassione di loro. «I bulli si fanno forza con il branco, ma presi singolarmente sono più deboli delle loro vittime» è una delle frasi contenute nel componimento scritto in classe e forse mai letto o corretto dagli insegnanti. Una circostanza, questa, che i genitori del 13enne di Gragnano, morto un mese fa dopo un tragico volo dal balcone di casa, causato probabilmente proprio dallo stato di terrore in cui lo aveva condotto un gruppo di cyber-bulli, avevano raccontato anche al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, durante l’incontro che si è tenuto tre giorni fa nella città dei Lattari per l’apertura della campagna della polizia contro il bullismo. E non è escluso che lo stesso ministro voglia a questo punto capirne di più, magari inviando gli ispettori nella scuola. Che, forse, raccogliendo il grido contenuto nel tema, avrebbe potuto fare qualcosa. 

Un istituto, il «Fucini-Roncalli» di Gragnano, molto impegnato nella realizzazione di progetti sul bullismo, tanto da aggiudicarsi un premio con un cortometraggio, presentato martedì anche al ministro, al capo della polizia Lamberto Giannini e all’assessore regionale Lucia Fortini.

A parte una lettera letta da una insegnante durante il funerale di Alessandro, dalla scuola finora è arrivato un silenzio lungo più di un mese, quasi a voler cancellare il proprio ruolo in una vicenda sulla quale sono in corso delicate e complesse indagini per capire se ci siano responsabili sulla morte inspiegabile di un ragazzino educato, con ottimi voti, pieno di interessi e circondato da tanti amici, che non faceva trasparire segni di inquietudine con i suoi cari.  

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Sulla tragedia indagano senza sosta da più di un mese i carabinieri della stazione di Gragnano e della sezione operativa della compagnia di Castellammare di Stabia, coordinati dalla Procure di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Giuliana Moccia) e dei Minorenni di Napoli (procuratrice Maria de Luzenberger). Quattro minori e due maggiorenni sono indagati a piede libero per istigazione al suicidio, un’ipotesi di reato alla quale potrebbe aggiungersi quella di stalking, in caso di denuncia dei genitori, che sono assistiti dagli avvocati Mario D’Apuzzo e Giulio Pepe. Atti persecutori che sarebbero stati consumati ai danni di Alessandro per mesi, attraverso chat e social, con l’utilizzo di app che garantivano l’anonimato nell’invio di messaggi carichi di odio, insulti, minacce e inviti a togliersi la vita. Invio di messaggi che potrebbe essersi intensificato nei giorni che hanno preceduto il gesto estremo del 13enne.

 

Per questo è in corso l’analisi del contenuto dei cellulari e del pc di Alessandro, ma anche dei telefonini della fidanzatina e dei sei indagati, dai quali potrebbero essere stati cancellati molti contenuti. Grazie ai moderni strumenti in possesso degli inquirenti, però, parte dei messaggi cancellati possono essere recuperati, e potrebbero rivelare i nomi di eventuali altri responsabili di quella persecuzione online che, dal virtuale, si era trascinata anche nella vita reale. Infatti, al vaglio degli investigatori c’è anche l’ipotesi di un’aggressione fisica subita da Alessandro durante l’estate proprio da alcuni di quei ragazzini indagati, mossi probabilmente da cattiveria e invidia nei confronti del 13enne, perché legati in qualche modo alla sua ex fidanzatina, anche lei indagata. Un branco di ragazzini che si facevano forza l’un l’altro con la violenza verbale nei suoi confronti, ma che forse – come ha scritto Alessandro nel suo tema – presi singolarmente erano, e sono, più deboli di lui. 

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