Giustiziato davanti alla discoteca:
due fermati, c'è anche un minorenne

Agostino Di Fiore, la vittima
Agostino Di Fiore, la vittima
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 12 Giugno 2018, 08:45 - Ultimo agg. 12:20
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Quanto costa una notte di divertimento a Napoli? Tanto, troppo. Un prezzo altissimo, perché nel conto ci può scappare anche la vita. Quel conto lo ha pagato - all’alba di ieri - Agostino Di Fiore, ucciso a 28 anni per essersi imbattuto in uno dei tanti gruppi di balordi che se ne vanno armati in giro per la città, persino quando entrano in una discoteca. Il suo cuore ha cessato di battere poco dopo le 5,30 a Coroglio, la zona di Bagnoli meta ogni fine settimana di migliaia di giovani in cerca di svago.
 


Su quel nastro stradale che fa da cornice a discoteche, bar e locali, Agostino ha incrociato due ragazzini spietati che lo attendevano per regolare un conto aperto qualche ora prima per futili motivi. Ieri sera, grazie a un’operazione congiunta di polizia e carabinieri, i due presunti assassini sono stati identificati. I carabinieri hanno fermato un ragazzo, Francesco Esposito: ha solo 20 anni, è già pregiudicato ed ora gli viene contestato il reato di omicidio. Il secondo, scovato dalla polizia, non ha nemmeno 18 anni. Entrambi sono del Pallonetto di Santa Lucia. Su di loro grava ora un’accusa pesantissima: omicidio volontario.
 
 

 
L’ANTEFATTO
Ricapitoliamo. Tutto ha inizio all’interno di una nota discoteca (meta abituale anche di molti calciatori e personaggi della Napoli che conta) dove il 28enne, residente a Scampia, aveva deciso di passare la notte. Musica e drink, decibel sparati ad altissimo volume, poi accade qualcosa: Agostino incrocia sui suoi passi due bulli e - per motivi futili ancora in corso di accertamento (forse, come spesso accade, far scattare la lite ci sarebbe un complimento pesante a una ragazza) - si accende un litigio. Volano parole pesanti, fino a quando giunge un sinistro avvertimento: «Non finisce qua. Ti aspettiamo fuori...». Di Fiore probabilmente non dà peso all’esplicita minaccia di quelli che considera due mocciosi. E sbaglia. Passano un paio d’ore, si sono fatte le cinque del mattino, è ora di tornare a casa. Ma a Scampia il giovane non ci tornerà mai più.
LO SCONTRO
Un fatto è certo: all’esterno della discoteca il giovane ritrova i due, che lo affrontano con insulti e nuove provocatorie minacce. A quel punto - ma questa è una circostanza che viene ancora verificata - Agostino, che nel frattempo è salito a bordo della sua 500 Sx nera, forse intimorito dalla brutalità di quegli atteggiamenti ingrana la marcia e rischia di investirne uno. Spunta così una pistola: ad impugnarla è uno di quei bulletti con la faccia da bambino cresciuto in fretta e male: il ragazzino spara tre colpi in aria. Scene da Far West metropolitano già viste. Ma il panico aumenta, il cuore del 28enne schizza a mille: vistosi in pericolo Di Fiore compie una seconda manovra azzardata, e stavolta cerca di investire l’aggressore armato; ma nella concitazione la manovra lo porta a schiantarsi contro il muro di cinta di un palazzo. 
L’ESECUZIONE
A quel punto la situazione esce fuori controllo. L’impatto della Fiat contro la parete del palazzo concede gioco facile ai due aggressori; Di Fiore è in stato di choc e ha appena il tempo di intravedere l’ombra del killer che si avvicina al finestrino anteriore sinistro, pistola ancora in pugno e canna puntata al petto. L’assassino spara altre due volte, a bruciapelo, poi si dilegua con il complice su uno scooter. Le urla dei clienti terrorizzati che si trovano in zona svegliano i residenti di Coroglio. 
GLI AGENTI
Finalmente qualcuno lancia l’allarme al 112: ma - e questo è il particolare che imprimerà una svolta decisiva alle indagini - sulla scena del crimine si trovano due agenti della Questura in borghese. Sono fuori servizio, e assistono all’omicidio. Ma è troppo tardi: Di Fiore è già agonizzante: morirà dopo qualche minuto, prima che arrivino i soccorsi. Il suo corpo, coperto con un velo azzurro, resterà sul selciato per altre due ore, quando il sole è ormai già alto su Bagnoli, quasi a volersi portar via questa ennesima notte di assurda follia.
DUE RISSE
Indagini congiunte di polizia e carabinieri riusciranno così, in poche ore, a chiudere il cerchio sui presunti responsabili di questo brutale agguato. Due indagati, giovanissimi figli di quella Malanapoli che dimostra a furor di sangue la sua virulenza e che non accenna ad appassire. In un pomeriggio frenetico gli investigatori sciolgono il mistero, risalendo - anche grazie al supporto delle immagini dei sistemi di videosorveglianza interna ed esterna al locale - ai due ragazzini del Pallonetto. Si scoprirà poi che in quella discoteca, l’altra notte, si sarebbero sviluppati due principi di rissa tra giovani: la prima a mezzanotte e la seconda alle quattro. La svolta nelle indagini culmina nella identificazione e nel fermo dei due. Giovanissimi, balordi e violenti: usciti di casa con una pistola addosso, che non hanno esitato a usare per un banale litigio. Ècosì che va a Napoli: dove anche una notte in discoteca può diventare una tragedia.

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