Giuseppe nella casa-prigione
dopo aver travolto l'ex fidanzata:
«Senza di lei non ho pace»

Giuseppe nella casa-prigione dopo aver travolto l'ex fidanzata: «Senza di lei non ho pace»
di Ferdinando Bocchetti
Domenica 10 Settembre 2017, 17:13
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MUGNANO. È chiuso nel suo dolore Giuseppe Varriale, il 24enne di Mugnano agli arresti domiciliari per l'omicidio volontario di Alessandra Madonna. Il tempo per lui sembra essersi fermato a quella maledetta notte tra giovedì e venerdì, quando al culmine di un litigio con Alessandra, la ragazza che aveva amato per cinque, lunghi anni, ha ingranato la marcia della sua auto trascinandosi dietro il corpo della ballerina di Melito, deceduta qualche ora dopo in ospedale per i gravissimi traumi alla testa.

In via Cesare Pavese, la zona in cui risiede il giovane, è un viavai di giornalisti, conoscenti e curiosi. In pochi, però, hanno voglia di commentare ciò che è accaduto. I familiari del ragazzo sono barricati in casa e nelle rare occasioni in cui escono si mantengono a debita distanza dagli operatori dell'informazione. «Nessun commento, lasciateci in pace»: queste le uniche parole pronunciate da chi, almeno per qualche minuto, ha potuto far visita a Giuseppe.

Lui intanto, rinchiuso nella sua abitazione al terzo piano, non si dà pace per quanto accaduto. Vorrebbe tornare indietro, cambiare gli eventi, non fa che ripetere che «è stata una disgrazia e che non voleva uccidere Alessandra». Al suo legale, l'avvocato Nicola Pomponio, ha raccontato che ad «Alessandra voleva ancora bene, anche se aveva deciso di interrompere la relazione».

A parlare sono soprattutto i vicini e i conoscenti della zona. Tra loro c'è anche chi, quella maledetta notte, ha visto Giuseppe e Alessandra pochi minuti prima del tragico epilogo. «Stavo rientrando a casa - racconta uno dei residenti di via Cesare Pavese - quando ho notato una ragazza all'esterno del parco. Poco dopo è arrivato Giuseppe. Hanno iniziato a discutere, ma non sembrava una lite. Poi, dopo una decina di minuti, ho visto la macchina di Giuseppe sfrecciare via nel viale. Credo stesse trasportando Alessandra in ospedale». Dai suoi vicini è descritto come un ragazzo tranquillo, educato, che non ha mai dato problemi. «Èun bravo ragazzo - dice Giovanna, amica di lunga data della famiglia Varriale - nessuno potrà dirvi il contrario. Ha frequentato la stessa scuola di mia famiglia, lo conosco fin da quando era un ragazzino. Ha sempre praticato sport, soprattutto il calcio, ed è quindi un ragazzo piuttosto disciplinato. Non so cosa sia successo quella notte, ma non credo che Giuseppe lo abbia fatto di proposito. Tutti in questo parco - aggiunge - riteniamo sia stata una disgrazia, non si sarà accorto che la ragazza era attaccata alla sua auto».
 


Le ore per Giuseppe, intanto, trascorrono lente, in attesa che i giudici decidano del suo futuro. Ècircondato dall'affetto dei genitori, dei fratelli e degli amici di sempre. Fino a ieri non sapeva nemmeno di esser accusato di omicidio volontario. Ma è un capo di imputazione che per ora non sembra turbarlo, poiché il pensiero è rivolto costantemente alla morte della sua fidanzata e al ruolo che, volente o nolente, ha avuto nella sua tragica fine. E' convinto della sua innocenza anche il suo legale: «Di tutto quello che è accaduto - spiega l'avvocato Pomponio - l'unica cosa certa è che il mio cliente non voleva uccidere la sua ex fidanzata. Contro di lui, un ragazzo incensurato di soli 24 anni, si è scatenata un'autentica carneficina mediatica. Qualcuno ha esagerato, non comprendo questo accanimento ancor prima della conclusione delle indagini e dell'udienza di convalida che si terrà domani».

Sebbene Giuseppe sia accusato di omicidio volontario, la dinamica dei fatti non è ancora del tutto chiara. Per far luce sulla vicenda si attende, infatti, il risultato dell'esame autoptico sul corpo di Alessandra, disposto per la giornata di martedì. Soltanto allora potranno essere fugati i dubbi sulle responsabilità del 24 enne e sulle cause che hanno portato alla morte della giovane ballerina.