Prof accoltellata, viva per miracolo:
«Non punite Rosario, ho fallito io»

Prof accoltellata, viva per miracolo: «Non punite Rosario, ho fallito io»
di Gigi Di Fiore
Venerdì 2 Febbraio 2018, 08:16 - Ultimo agg. 11:00
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Inviato a Maddaloni

È ancora provata, con un'enorme fasciatura sul volto. Franca Di Blasio ha avuto bisogno di ben 32 punti di sutura, per uno squarcio alla guancia che va da sotto l'occhio alla bocca. Ha rischiato grosso, ma alla direttrice scolastica Giuseppa Maria Sgambato a caldo ha detto: «Non faccia del male a quel ragazzo, Madonna mia non ce l'ho fatta a cambiarlo».

La recriminazione di una donna che, a 58 anni, si dedica anima e corpo alla scuola e ai suoi ragazzi. Con particolare attenzione a quelli dal carattere irrequieto, come Rosario. «Ho cercato di spingerlo a fare meglio, ma non ce l'ho fatta» ha ripetuto Franca che, ogni giorno, da Montesarchio in provincia di Benevento, dove vive e abita, si è spostata a Santa Maria a Vico per insegnare italiano all'Istituto tecnico meccanico «Ettore Majorana». Un tragitto che ripete da ben 35 anni, da quando, sempre a Santa Maria a Vico, ha cominciato a insegnare alla scuola elementare. Poi il passaggio alla cattedra delle scuole superiori.

«Mia sorella non si aspettava quel gesto - dice Carmen, insegnante al liceo scientifico di Montesarchio - Per questo non ha avuto il tempo di ripararsi dal colpo. Ha rischiato grosso, il ragazzo ha cacciato il coltellino dalla tasca all'improvviso».

A Montesarchio in molti conoscono le tre sorelle Di Blasio. Tutte insegnanti. La terza, Assunta, insegna alle elementari. Anche lei a Santa Maria a Vico e per questo è stata la prima della famiglia ad accorrere. Ha visto Franca che perdeva tanto sangue. Sono tutte all'ospedale, accanto alla sorella.


Naturalmente, c'è anche Ciro, il marito di Franca, che lavora in un'agenzia di assicurazione a Montesarchio. Dice, con la serenità che può accompagnare chi ha subito un torto sapendo di essere nel giusto: «Mia moglie non ha molta voglia di commentare quello che le è accaduto. Almeno per ora. Sicuramente è un episodio che parla da solo. Mia moglie è una donna dolce e comprensiva, nella vita come nel suo lavoro. Non meritava questo».

Franca Di Blasio è impegnata a scuola in progetti contro il bullismo e sulla legalità. Il 23 dicembre scorso, organizzò una gita in pullman con la sua classe. Li portò a Scampia, per conoscere un quartiere diverso da quello raccontato nelle fiction. Li accolse Rosario Esposito La Rossa che li accompagnò alla «Scugnizzeria». Una donna che si dà alla scuola con passione, considerando i suoi alunni quasi come quei figli che non ha avuto. Il legame con la sua terra, i nipoti, le sorelle, la famiglia, poi la scuola. E la direttrice scolastica Sgambato racconta: «So che voleva interrogare il ragazzo per confermare il 6, ma lui non ha voluto dicendo di avere la nonna malata. Anche il giorno prima non aveva voluto farsi interrogare. Poi, ha reagito all'insistenza della collega alzandosi e, senza dire nulla, tirando fuori il coltellino colpendola. Non è possibile che chi lavora a scuola debba, per il suo lavoro, finire in ospedale».

Un'aggressione che lascia aperte tante domande. Docenti che, ormai, in alcune realtà devono essere, insieme, educatori, assistenti sociali, familiari, carabinieri, pedagoghi. E non è possibile. Dice ancora Ciro, il marito della docente ferita: «Quello che è accaduto è il segno di un imbarbarimento della società che va certamente molto al di là di un contesto scolastico. C'è in noi molto rammarico, proprio per l'impegno che mia moglie mette nel suo lavoro, con disponibilità e apertura versi i suoi alunni».

L'amarezza è condivisa dagli altri familiari che vegliano e proteggono la docente che, probabilmente, sarà dimessa in giornata. I medici le hanno dato un minimo di prognosi di 16 giorni. Compare anche il sindaco di Santa Maria a Vico, Andrea Pirozzi, che commenta: «Ho voluto asccertarmi che la docente non sia in pericolo. È un atto gravissimo, accaduto in un istituto scolastico che è il fiore all'occhiello della provincia di Caserta. È lo Stato nel suo complesso che deve intervenire in situazioni come queste».

Molte colleghe visitano Franca di Blasio. Molte ne conoscono la dedizione al lavoro. La direttrice scolastica è stata la prima a farle visita in ospedale, una delle prime a soccorrerla e ricorda ancora: «È una collega sempre in prima linea nella scuola, che vuole sempre recuperare tutti i ragazzi». Ma qualcosa con Rosario, spesso fuori dall'aula, spesso incostante nonostante voti non eccessivamente negativi, si era guastato. Probabilmente, quell'alunno, che aveva scelto l'istituto di Santa Maria a Vico dove poteva frequentare corsi di meccanica che non ci sono ad Acerra, non tollerava regole o autorità. Eppure, ad ogni colloquio a scuola, i genitori davano sempre ragione ai professori e rimproveravano il ragazzo. Ed è ancora Ciro, il marito della docente a commentare: «Su questo episodio, credo che dobbiamo tutti porci molte domande. E le risposte non possono essere semplici, né arrivare subito se non si affrontano tanti nodi che riguardano probabilmente diverse componenti della nostra società».

Riflessioni amare, constatazioni che tirano in ballo responsabilità diffuse. Franca si appresta a trascorrere la sua notte in ospedale. Ma dalla sua vicenda e dall'eccesso di delega che investe la scuola sui mali della convivenza sociale nascono gli interrogativi che Ciro e la moglie affidano a tutti. «Sono le mie riflessioni, vedremo se, nei prossimi giorni, mia moglie avrà voglia di aggiungervi pubblicamente anche le sue».
 

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