Fuga di notizie sul caso Consip
Woodcock rischia il trasferimento

Fuga di notizie sul caso Consip Woodcock rischia il trasferimento
di Valentina Errante e Sara Menafra
Venerdì 19 Maggio 2017, 00:00 - Ultimo agg. 20 Maggio, 08:36
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ROMA L’imbarazzo del Csm, che osserva una vicenda «molto grave e allarmante» ed è pronto a intervenire, e il nuovo veleno a mezzo stampa che racconta un altro pezzo, forse l’origine, dello scontro ormai insanabile sul campo di battaglia dell’inchiesta Consip. Una vicenda che rischia di travolgere l’intera indagine e i suoi protagonisti. Da una parte la procura di Roma, dall’altra quella di Napoli e il Noe dei carabinieri, che ormai sembra aver assunto un ruolo autonomo dai pm che gli avevano dato fiducia: i militari volevano perquisire Tiziano Renzi, ma i pm della Capitale, l’1 marzo, al momento dell’arresto dell’imprenditore Alfredo Romeo, ordinano che venga controllata solo l’abitazione dell’imprenditore Carlo Russo. Il quotidiano “La Verità”, ieri in edicola, ricostruisce così il momento in cui lo scontro diventa aperto. Ma su questa storia i malumori di Roma erano cominciati ancora prima, alla fine di dicembre, quando rilevanti indiscrezioni a proposito del fascicolo appena trasmesso erano già disponibili su “Il Fatto quotidiano”, che proprio ieri, tra l’altro, ha diffuso la trascrizione di un’altra conversazione tra Renzi senior e il suo legale, che avrebbe dovuto essere distrutta, su possibili ricatti a Luigi Marroni, l’ad di Consip, testimone chiave nell’indagine. 

Mentre gli atti viaggiano da Napoli a Roma, la notizia del coinvolgimento del ministro Luca Lotti e dei vertici dei carabinieri è già sui giornali. Dopo pochi giorni, sulla scrivania dei pm, arriva l’informativa firmata dal capitano Scafarto. È il documento di oltre mille pagine nel quale i magistrati di Roma scopriranno falsi e omissioni, come quelle sui servizi segreti che, secondo il capitano, spiavano le indagini. Sulla base anche di quell’atto vengono costruiti la richiesta di arresto per Romeo e di perquisizione per Russo. E qui si sarebbe consumato il primo scontro. Gli investigatori, sulla base delle intercettazioni raccolte a settembre in cui Romeo dice di aver mandato un regalo a Renzi senior vogliono perquisirlo. Roma si rifiuta, anche perché teme che un riscontro negativo si trasformi in un boomerang. E questa prima frattura non sarà mai sanata. 

Il Consiglio superiore della magistratura, intanto, «continua a seguire con attenzione le vicende legate all’inchiesta Consip per valutare se ci sono gli spazi per un proprio intervento», si legge in una nota ufficiale. Di fatto, la prima commissione di palazzo dei Marescialli rivaluta la possibilità (esclusa lo scorso aprile dal comitato di presidenza) di aprire un’istruttoria per incompatibilità ambientale nei confronti di Henry John Woodcock. I dubbi riguardano la condotta colposa, l’unica di competenza della commissione.

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