Faida di Scampia, assolto agente dei servizi segreti

Era intervenuto durante la terza guerra per la droga a Scampia: era accusato di peculato

Faida di Scampia, assolto agente dei servizi segreti
Faida di Scampia, assolto agente dei servizi segreti
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Venerdì 1 Marzo 2024, 16:04 - Ultimo agg. 2 Marzo, 07:42
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Era intervenuto durante la terza faida di Scampia, quella che si è consumata tra il 2011 e il 2012, provocando decine di omicidi (tra cui va ricordata anche la morte di un ragazzo innocente). Avrebbe gestito soldi pubblici, probabilmente per infiltrarsi tra le cosche che si stavano facendo la guerra, parliamo della contrapposizione tra gli scissionisti della prima ora (usciti vittoriosi dalla guerra con i Di Lauro del 2004 e il 2005) e quelli che vengono definiti girati (doppio endorsement criminale, capitanato - tra gli altri - da Antonio Mennetta, all'epoca deciso a fare come Leonida e i suoi 300 al passo delle Termopili, secondo una intercettazione diventata famigerata). Un'azione sotto traccia da parte dello 007 F.B. che però finisce nella rete delle indagini della Procura di Napoli, in seguito alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.

In questo caso, il pentito di chiama Armando De Rosa e avrebbe tirato in ballo l'agente segreto. In che modo? Avrebbe messo agli atti l'accusa secondo la quale, l'agente Aisi si sarebbe appropriato di soldi destinati allo stesso De Rosa, in qualità quest'ultimo di fiduciario (quindi di confidente). Una storia di nomi in codici, di appostamenti e di ricostruzioni retrospettive, che conferma il livello di attenzione nazionale raggiunto dalle varie evoluzioni della faida di Scampia, ma anche la difficoltà di muoversi in un contesto velenoso, come quello delle cosche radicate sul territorio campano. Fatto sta che, dopo le accuse del collaboratore di giustizia, sono scattate inevitabili le verifiche da parte della Procura di Napoli, che decide di aprire una indagine per peculato. Da pubblico ufficiale - sembra di capire - avrebbe intascato soldi necessari a fare indagini sotto traccia. Parliamo di una cifra intorno ai 2.500 euro, in uno scenario tutt'altro che chiaro.

Fatto sta nel corso del processo, vengono ascoltati alcuni magistrati come testimoni (tra cui alcuni ex titolari delle indagini sulla faida di Scampia e Secondigliano). Il pm chiede la condanna a 4 anni di reclusione, ma alla fine arriva l'assoluzione. In aula, l'agente segreto viene assistito dal penalista Walter Mancuso, che a Il Mattino spiega: «La sentenza di assoluzione restituiscce la serenità a un servitore dello Stato, la cui immagine è stata gravenente infamata da accuse risultate non verietiere, incoerenti e illogiche, nelle varie versioni messe agli atti». 

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