De Magistris: «A Roma i rifugiati rischiano di diventare consenso politico, a Napoli invece sono giardinieri»

De Magistris: «A Roma i rifugiati rischiano di diventare consenso politico, a Napoli invece sono giardinieri»
di Maria Elefante
Martedì 20 Giugno 2017, 19:14 - Ultimo agg. 20:28
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«Sulle persone non si può fare consenso politico strumentale». Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris lo dici a volte alta. Mentre Roma cerca di fermare il flusso di stranieri lui a Napoli accoglie e punta ad essere un modello. «La posizione di Grillo è legata al consenso politico del momento dopo le difficoltà avute dalle amministrative in cui versa la città di Roma. Si tratta di diritti e ci si schiera per i diritti delle persone». Così Napoli viene scelta dalla Commissione Europea per fare il punto sulle pratiche di buona accoglienza.   
 


E accoglienza vuol dire integrare. Per i rifugiati del nostro Paese l’opportunità di un lavoro o anche di una collaborazione può significare non sentirsi ospiti ma partecipare alla vita reale del Paese. Nel giorno dedicato ai rifugiati nella sala dei Brani del Maschio Angioino le associazione fanno conoscere alla città le buone pratiche dell’accoglienza, insomma il loro lavoro. La Commissione Europea, in collaborazione con i Centri Europe Direct campani: Ceicc, Asi e Lupt e con il Tavolo di Cittadinanza del Comune di Napoli ha voluto fare il punto però non solo sulle buone pratiche ma anche sulle criticità nel sistema di accoglienza ed integrazione dei migranti in Italia. Un percorso nato con un’unico scopo quello di evitare che il popolo percepisca l’arrivo  dei rifugiati come un pericolo. E l’incontro che si è svolto al Maschio Angioino è il terzo appuntamento di un percorso che ha già visto protagonisti Palermo e Gioiosa Ionica, Firenze invece sarà la prossima tappa.

A Napoli gli esempi sulle buone pratiche non sono pochi. Uno su tutti l'impiego dei rifugiati come giardinieri in uno dei luoghi più simbolici di Napoli: il parco dei Ventaglieri. A raccontare quell’esperienza non sono soltanto i ragazzi stranieri che raccontano con gioia ed emozione di quando gli sia stato chiesto il numero delle scarpe e la loro taglia per consegnargli degli abiti da lavoro. Ma sono proprio i napoletani che si sono impegnati per fare un futuro a questi ragazzi a descrivere quell'esperienza. E in una regione dove la disoccupazione ci ricorda ogni giorno la disperazione dei giovani italiani è la Beatrice Covassi, direttrice della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea a mettere un punto fermo: «Bisogna agire su un doppio fronte - spiega - da un lato parlare con i giovani delle possibilità che ci sono per trovare lavoro e noi l’abbiamo fatto l’anno scorso in Campania a Caserta evidenziando i percorsi per riuscire ad inserirsi e poi al tempo stesso facendo fare ai rifugiati dei lavori utili che non sempre corrispondono alle abilità che hanno i giovani italiani. Ecco in questo senso c’è una compensazione, quindi le due cose non si escludono».

«Napoli ha assunto una posizione coraggiosa costituzionalmente orientata che mette al centro le persone e abbiamo portato la nostra idea di città al ministero dell’interno». Il sindaco Luigi de Magistris apre il dibattito nel primo pomeriggio. Ma prima del via ufficiale, nell’antisala dei Baroni si è svolto un confronto intenso tra le istituzioni. Un momento che ha visto - impegnati in focus group - amministratori locali, rappresentati del terzo settore, operatori ed esponenti del mondo accademico ragionare su quelle che oggi sono le pratiche concrete di accoglienza. L’obiettivo per tutti è stato sintetizzato proprio da de Magistris: «Nessuno deve essere considerato un peso ma una opportunità e ci auguriamo che mai più una persona sia considerata illegale, è un obbrobrio giuridico». «Noi non vogliamo parcheggiare le persone in città  - continua - ma vogliamo che l’Unione Europea si faccia carico di questa tragedia umanitaria, quindi proviamo a lanciare un progetto che mette insieme solidarietà inclusione lavoro integrazione e ricchezza economica attraverso i migranti». Napoli si schiera per i diritti.
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