De Magistris fa pace con Israele
Impegno per una strada ad Ascarelli

De Magistris fa pace con Israele Impegno per una strada ad Ascarelli
di Pietro Treccagnoli
Domenica 19 Novembre 2017, 13:13
3 Minuti di Lettura
Ha provato ad aprire una nuova pagina e ha raccolto applausi convinti e prolungati, prima e dopo il suo intervento. Il sindaco Luigi de Magistris nella ricca giornata pubblica, è andato a salutare i partecipanti al 28mo Congresso nazionale della Federazione delle associazioni Italia-Israele che ha aperto i lavori ieri mattina all'Hotel Renaissance (a pochi passi dal Municipio), alla presenza dell'ambasciatore Ofer Sachs, e che ancora oggi proseguirà con relazioni e dibattiti. DeMa, al netto dei dieci minuti di stringata analisi ad ampio raggio sul Medio Oriente e sul Mediterraneo, è andato a porgere il ramoscello d'ulivo. In questi anni, alcune sue posizioni, accompagnate da scelte schierate, avevamo creato malumori e polemiche fortemente divisive: la cittadinanza onoraria al presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, e la presenza nella lista del suo movimento, alle ultime elezioni comunali, di candidate sempre pronte ad aspre critiche verso lo Stato di Israele.

De Magistris non ha fatto finta di niente, anzi ci ha tenuto a illustrare e chiarire. «A me non sfugge» ha detto «che alcune mie dichiarazioni e alcune mie posizioni (al di là delle strumentalizzazioni politiche e mediatiche) possano essere state equivocate e non siano state gradite. E non ho difficoltà a dire che sono disposto a compiere altri atti concreti, come invece in passato, al di là delle parole, non hanno fatto amministrazioni più vicine a voi che, a differenza di me, non hanno cancellato il nome della strada al Borgo Orefici intitolata a Gaetano Azzariti, giurista sì, ma anche presidente della Commissione sulla razza del regime fascista».

Un atto concreto che il sindaco spera di poter ripetere presto. Da tempo l'associazione Italia-Israele e la Comunità ebraica di Napoli stanno raccogliendo firme per una petizione a favore dell'intitolazione di una strada a Giorgio Ascarelli, l'imprenditore ebreo che negli anni Venti fu il promotore principale della fondazione del Calcio Napoli. A lui era intitolato il primo stadio dove giocavano gli azzurri, e che fu distrutto durante la seconda guerra mondiale. Il suo nome continua a identificare il rione poi edificato nella zona in cui sorgeva lo stadio. Quando la petizione sarà pronta, DeMa si è impegnato a portarla immediatamente all'esame della Commissione toponomastica del Comune.
Per il resto il leader arancione ha esposto diffusamente le proprie convinzioni abbastanza condivise, ma che non saranno di certo gradite a chi nella sua maggioranza vede come il fumo negli occhi la stessa esistenza dello Stato di Israele, quasi come se fosse un tema centrale nell'attività consiliare e che l'aula di via Verdi fosse una succursale della Farnesina. «Non dobbiamo rinunciare all'idea che un giorno possiamo festeggiare la coesistenza di due Stati, quello di Israele e quello della Palestina» ha dichiarato, nell'apprezzamento dei convegnisti, «uno accanto all'altro in sicurezza, con rispetto reciproco e in autonomia».

 


Aggiungendo: «Non se ne possono occupare solo i governi, verso il cui operato non sono ottimista, ma soprattutto i popoli». Un altro importante passaggio, pure questo largamente condiviso, stavolta persino da chi potrà sentirsi in disaccordo con le parole mielate verso Israele, è stato quello sui rigurgiti antisemiti. «Non mancherà la mia solidarietà» ha sottolineato il primo cittadino «quando si proverà ancora a scrivere pagine di revisionismo o a riaprire stagioni che sono state cancellate per sempre, perché sta da tempo soffiando un vento di filo spinato, di muri, di rancore».
Per il resto, de Magistris ha abbondato nell'abituale rivendicazione della costruzione di una città-rifugio «dove chiunque sentirsi possa a casa», perché Napoli è «una capitale che non alza mai bandiere pregiudiziali contro nessuno», perché prevale la convinzione che «le diversità siano una ricchezza», augurando che «il Mediterraneo sporco di sangue diventi mare di pace e di pescatori».
Il convegno napoletano, coordinato da Giuseppe Crimaldi, è poi proseguito con i lavori che hanno affrontato anche il Bds (boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni), sigla di un movimento popolare che ha come obiettivo la discriminazione di Israele e la sua delegittimazione. Per questa mattina è prevista, tra le altre, la partecipazione del filosofo e politologo Biagio De Giovanni e di Ilan Brauner. La due-giorni si concluderà con una visita alla sinagoga e al quartiere ebraico, a cura di Daniele Coppin.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA