De Gregorio (Eav): pronto a riaprire
il dialogo, i dipendenti sono con me

De Gregorio (Eav): pronto a riaprire il dialogo, i dipendenti sono con me
di Gerardo Ausiello
Martedì 18 Aprile 2017, 08:49 - Ultimo agg. 11:39
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«Non mi sento isolato. L'opinione pubblica, la politica e la stragrande maggioranza dei dipendenti sono con me». Umberto De Gregorio, presidente dell'Eav, ha vinto il braccio di ferro con i sindacati sul servizio pomeridiano a Pasqua. Ma la strada per cambiare la disastrata holding regionale resta in salita.
Alla fine, nonostante le resistenze dei sindacati, le corse sulla tratta Napoli-Pompei-Sorrento sono state garantite.
«Non è accaduto per decenni ed è stato un successo. La Circum nel solo pomeriggio di Pasqua con sei corse ha trasportato oltre 4mila persone tra Napoli, Sorrento e Pompei, i bus circa 1500. La stazione Pompei Scavi il giorno di Pasqua incassava 873 euro nel 2015 e 824 nel 2016, mentre ne incassa 3331 nel 2017: un incremento del 400 per cento».
Il prezzo, però, è stato alto: la rottura con i sindacati.
«Ho tentato di trattare e di mediare fino all'ultimo, ma di fronte allo strabismo sindacale ho ritenuto di tirare dritto. Strabismo perché le condizioni che avevo posto per garantire il servizio nel pomeriggio di Pasqua erano state accettate per l'Anm dagli stessi sindacati, così come si era raggiunto un accordo per il trasporto su gomma; per il ferro, invece, mi sono trovato di fronte un muro».
Quali condizioni?
«Il pagamento dello straordinario solo per il servizio pomeridiano di Pasqua, grazie al quale ogni operatore avrebbe guadagnato 230 euro, perché di mattina si è sempre lavorato regolarmente. Il budget che avevo a disposizione era limitato, e non avrei potuto sforarlo per pagare anche il servizio di mattina altrimenti la Corte dei Conti mi avrebbe legittimamente sanzionato».
E allora?
«Alla fine, tra le perplessità di qualche mio dirigente, ho tentato la strada del reclutamento volontario. Hanno risposto una cinquantina di dipendenti, che ci hanno permesso di garantire le corse sulla tratta Napoli-Pompei-Sorrento».
Qual è stato il compenso?
«Per ognuno di loro 160 euro, come per il trasporto su gomma».
Quanto accaduto a Pasqua è paradigmatico per comprendere il clima che si respira in Eav.
«Quando si muovono equilibri consolidati da decenni c'è sempre qualcuno che perde una fetta di potere o di privilegio o semplicemente che deve cambiare le proprie abitudini e questo dà fastidio. Io, comunque, sono sereno».
È preoccupato di non farcela a rimettere in carreggiata l'Eav?
«Percepisco una grandissima partecipazione a questo tentativo di efficientare l'azienda, innanzitutto tra i dipendenti. Sono davvero pochi quelli che cercano di metterci i bastoni tra le ruote. Con me ci sono anche i dirigenti, e la politica: il Pd, il mio partito, e il governatore Vincenzo De Luca. Quanto all'opinione pubblica, ho ricevuto tantissimi messaggi che mi hanno esortato ad andare avanti e ho letto editoriali sui giornali che mi hanno fatto piacere».
Non teme ritorsioni? Azioni di sabotaggio ad esempio.
«Sono convinto che non ci saranno. Se qualcuno dovesse compiere atti del genere si muoverebbe in una direzione contraria agli utenti e all'azienda. E gli stessi lavoratori non lo seguirebbero».
Resta il problema delle relazioni sindacali interrotte. Come superare l'impasse?
«Dialogando, dialogando, dialogando. Ho un profondo rispetto per i sindacati e per il loro lavoro. Dobbiamo sederci di nuovo al tavolo subito perché abbiamo tante questioni in sospeso».
Quali?
«Dobbiamo mettere in campo il piano di razionalizzazione che chi mi ha preceduto non è riuscito ad attuare: occorre riorganizzare i turni, rivedere gli straordinari, ridurre il costo dell'energia. E non facciamo passi indietro con chi non rispetta le regole: abbiamo licenziato 3 dipendenti a Ischia, mentre altri 3 a Torre del Greco sono stati sospesi per assenteismo».
I più intransigenti sono i sindacalisti dell'Orsa. Come pensa di convincerli?
«Sono persone serie e responsabili e devono capire che alcuni interventi vanno necessariamente realizzati. Anche per l'introduzione del badge c'è stata una levata di scudi ma oggi lo hanno accettato tutti. Siamo un'azienda pubblica, trasparente. Qualcuno dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Io non sono d'accordo: i panni, sporchi o puliti, si lavano in pubblico».
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