Comune, mano tesa da Gentiloni: «Al Governo il 77% del debito»

Comune, mano tesa da Gentiloni: «Al Governo il 77% del debito»
di Luigi Roano
Giovedì 22 Febbraio 2018, 09:26 - Ultimo agg. 09:57
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Roma. Manca il via libera politico, però dal Governo una risposta al Comune sul debito con il Cr8, 85 milioni per i quali è stata pignorata la cassa di Palazzo San Giacomo, è arrivata. Martedì a Palazzo Chigi il sindaco Luigi de Magistris e il capo di Gabinetto Attilio Auricchio, uomo concreto e braccio operativo dell’ex pm, sono stati convocati al cospetto dei tecnici della Presidenza del Consiglio e del sottosegretario Maria Elena Boschi. Va ricordato che le Camere sono state sciolte, ma il Governo è nel pieno delle sue funzioni. Cosa è successo a Palazzo Chigi martedì? «È stato aperto il tavolo tecnico da noi richiesto - racconta Auricchio - dove sono stati fatti passi in avanti. Nel senso che a quel tavolo si è iniziato a discutere di cifre e di assunzioni, di assunzione di responsabilità del debito da parte del Governo». Sorride sornione Auricchio mentre in piazza Montecitorio gli arancioni fanno ammuina elettorale, perché, va detto, per il sindaco quella di ieri è stata una giornata da campagna elettorale. Portare Napoli in piazza per la causa del debito è legittimo, e la vetrina è stata infatti grande, l’unica che il sindaco è riuscito a ritagliarsi fino a ieri in questa campagna elettorale molto sottotono e densa di veleni. 
Torniamo ai conti e al tavolo tecnico. Che significa che il Governo è pronto a prendersi le sue responsabilità? È sempre Auricchio a chiarire: «Sono state fatte delle percentuali, il Governo dovrebbe prendersi il 77% del debito, la restante parte resterebbe a noi, al Comune». Tutto bene dunque? A quel tavolo martedì si è seduto anche Carlo Schilardi, il prefetto e commissario per il terremoto del 1980. Sì, a quasi 40 anni di distanza c’è ancora il commissariato per il sisma del 1980 e Palazzo San Giacomo deve fare fronte a un debito che risale a quell’epoca. Un passo in avanti importante quello di martedì per la soluzione del problema, o per trovare almeno un accordo con il Governo, però non basta ancora perché Palazzo San Giacomo possa respirare e ambire allo sblocco della cassa pignorata per quel debito da 85 milioni. «Ora serve il via libera politico del Governo - chiosa de Magistris - e noi speriamo arrivi prima del voto del 4 marzo». Va ricordato che non è la prima volta che si apre un tavolo tecnico con il Governo per la questione del Cr8, ma poi è sempre finito in fuffa. «Noi - racconta Auricchio - abbiamo intentato un’azione giudiziaria contro lo Stato per questo debito, la causa non è ancora arrivata a sentenza, speriamo che tutto si risolva prima. La situazione resta complessa malgrado le aperture ricevute per le quali ringraziamo il Governo e il premier Gentiloni». 
Dal passato - a gravare sulle casse del Comune - non c’è solo il debito del Cr8, ma anche quello con il commissariato per i rifiuti. Sono circa 60 milioni. Qui tuttavia la preoccupazione è minore. Perché lo stesso Governo è disposto alla rateizzazione di questa ingente somma. «Domani - raccontano da Palazzo San Giacomo - c’è un incontro tra il vicesindaco Raffaele Del Giudice e il responsabile del commissariato rifiuti dove si capiranno molte cose». C’è un giallo intorno a questo debito perché nel 2013 l’allora vicesindaco Tommaso Sodano firmò con il commissariato un accordo grazie al quale il Comune poteva avere uno sconto del 50% e pagare con comode rate nell’arco di un decennio la somma. Quell’accordo finì per perdersi - incredibilmente - nelle pastoie della burocrazia. Nicola Dell’Acqua - responsabile dell’Uta, acronimo che sta per Unità tecnico amministrativa, nella sostanza il commissario ai rifiuti - rivelò al Mattino quella circostanza esattamente un anno fa. Ora sembra che anche su questo fronte ci siano delle schiarite. Visto che da Palazzo San Giacomo tornano a far sapere che la possibilità di rateizzazione c’è ancora. Al netto delle vertenze con i due commissariati al terremoto e ai rifiuti, il Comune è pronto a impugnare anche altri debiti che ritiene non siano di sua pertinenza. Stanno per venire al pettine, infatti, i nodi degli swap, la cosiddetta finanza creativa: la giunta precedente a quella de Magistris di swap si nutrì per ben 170 milioni, che ora vanno restituiti alle banche.

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