Le indagini e il blitz sono stati coordinati dalla procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore Francesco Greco, a capo dell’ufficio giudiziario più giovane d’Italia, in prima linea contro i trafficanti di animali di compagnia. Tra pochi giorni, verrà siglato un protocollo d’intesa tra la Procura di Napoli Nord e vari enti e associazioni per la gestione degli animali sottoposti a sequestro giudiziario. I 53 cuccioli sono stati affidati ad un rifugio, mentre quelli che sono sembrati essere malmessi in salute, sono stati ricoverati in una struttura veterinaria per essere curati.
Un rapporto annuale 2016 sulle zoomafie redatto da LegaAmbiente, stima il fatturato delle cosche specializzate in questo settore è stimato in 3 miliardi di euro.
Un giro di denaro enorme che riguarda i traffici di cani e gatti con finti pedigree o di animali esotici, il bracconaggio e il contrabbando di fauna selvatica, le scommesse illegali sulle corse clandestine dei cavalli e i combattimenti fra cani. Tra pochi giorni, verrà siglato un protocollo d’intesa tra la Procura di Napoli Nord e vari enti e associazioni per la gestione degli animali sottoposti a sequestro giudiziario. Questi animali, per la legge sono considerati un “bene deperibile”, e il loro mantenimento fino alla conclusione dell’iter giudiziario resta a carico delle procure che effettuano i sequestri. Per questo grazie ad un’iniziativa della Procura di Napoli Nord, gli ottantatré cuccioli furono affidati tramite un bando pubblico ad altrettante famiglie, dietro il pagamento di 150 euro ciascuno, depositati sul FUG ( fondo unico giustizia), da restituire al proprietario nel caso di dissequestro. I cagnolini sequestrati ad Afragola sono stati affidati ad un rifugio, mentre quelli che sono sembrati essere malmessi in salute, sono stati ricoverati in una struttura veterinaria per essere curati.