Puntavano anche a Città della scienza, ai lavori di riqualificazione del museo di Coroglio che venne distrutto quattro anni fa da un incendio doloso. Ne parlavano padre e figlio, vale a dire l'architetto Francesco La Regina e il figlio Guglielmo, rispettivamente ai domiciliari e in cella per aver messo in piedi - è questa l'accusa - un sistema in grado di condizionare ben 18 appalti tra Napoli e Caserta.
Un retroscena, quello di Città della scienza, che emerge da una conversazione tra due protagonisti della presunta tangentopoli ordinaria, quella degli insospettabili professionisti di Napoli e Caserta, alla luce della retata di due giorni fa. Uno scenario che, stando alle conclusioni del gip Federica Colucci, potrebbe essere anche più ampio rispetto a quello emerso finora. Da ieri al via gli interrogatori dinanzi al gip, sabato sono attesi l'ex assessore regionale Pasquale Sommese e Guglielmo La Regina, entrambi detenuti in cella.
Presunti soggetti cardine dello stesso sistema, che sarebbe stato architettato da Guglielmo La Regina: da un lato Sommese sbloccava finanziamenti per i progetti, dall'altro incassava tangenti o consenso elettorale; La Regina invece bussava alle porte degli enti locali con il progetto chiavi in mano, infiltrando professionisti compiacenti nelle commissioni di gara, per consentire a ditte amiche di vincere e sbaragliare il campo dalla concorrenza. Corruzione e turbativa d'asta, le accuse principali. Oggi, il gip suggerisce di ampliare lo spettro delle indagini. Possibili altri appalti sospetti.
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Clan e appalti truccati, così la cricca
puntava su Città della Scienza
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 17 Marzo 2017, 08:33
- Ultimo agg. 19:18
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