Napoli, festini gay con il sacerdote:
la Curia prende tempo sul dossier

Napoli, festini gay con il sacerdote: la Curia prende tempo sul dossier
di Maria Chiara Aulisio
Lunedì 20 Febbraio 2017, 08:38 - Ultimo agg. 21 Marzo, 00:55
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Questione di tempo. Dopo l’incontro di ieri mattina con don Mario, il sacerdote protagonista del dossier a luci rosse consegnato in busta anonima al suo braccio destro, monsignor Lucio Lemmo, il cardinale sta cercando di ristabilire la verità su una vicenda che rischia di gettare nuove ombre sul clero. Prima il faccia a faccia nel corso del quale Crescenzio Sepe ha chiesto di conoscere fatti, nomi e circostanze, poi l’analisi del carteggio - a cominciare dagli screenshot delle chat su facebook dai quali emerge che agli incontri avrebbero preso parte anche altri preti - contenuto nel fascicolo aperto su quel parroco.

Molti aspetti sarebbero stati già chiariti, altri sono ancora al vaglio dell’arcivescovo e dei suoi collaboratori che intendono andare fino in fondo nello studio delle carte per cercare di definire colpe e responsabilità prima di prendere una decisione ufficiale. Su tutti il vescovo ausiliare, monsignor Lucio Lemmo, a cui materialmente lo scorso gennaio è stato consegnato l’«esposto» e che, ieri, ha anche partecipato al primo riservatissimo colloquio con il sacerdote della basilica di Santa Maria degli Angeli. Solo un primo momento di confronto. Probabilmente il parroco di Pizzofalcone sarà riascoltato in Curia nei prossimi giorni quando Crescenzio Sepe avrà esaminato e valutato la situazione fino all’ultimo dettaglio: nulla deve essere sottovalutato, ogni elemento potrebbe infatti essere determinante per mettere insieme i pezzi di una storia che si andrà chiarendo con il passare delle ore.

 

Nell’attesa null’altro trapela da palazzo Donnaregina se non, assicura chi ben lo conosce, la grande amarezza dell’arcivescovo che si trova ancora una volta a dover fare i conti con vicende molto gravi che coinvolgono sacerdoti della sua diocesi. Dunque: dolore, imbarazzo e silenzio nelle stanze della Curia almeno fino a quando non sarà tutto chiaro dal punto di vista dell’istruttoria. Intanto, il sacerdote di Monte di Dio, che ieri mattina, anche se senza recitare l’omelia ha partecipato alla celebrazione domenicale, dinanzi ai fedeli si è dichiarato disponibile a farsi da parte se il vescovo dovesse chiederglielo. «Se lo scopo di queste vicende è mandarmi via, io vado via e tolgo dall’imbarazzo sua eminenza». Un’altra ipotesi, dunque, che va ad aggiungersi alle altre attualmente al vaglio dei vertici della diocesi.

La storia che il Mattino ha pubblicato sulle sue pagine continua a suscitare sdegno e imbarazzo soprattutto tra la gente di Pizzofalcone che ieri è tornata in chiesa per partecipare alla messa della domenica: se da un lato c’è chi si stringe intorno al sacerdote e lo difende garantendo la sua estraneità alla vicenda, dall’altro c’è chi invece chiede che su questa storia il cardinale faccia chiarezza il più presto possibile per riportare la serenità in una parrocchia scossa e turbata dalla notizia di quel dossier che racconta gli incontri a pagamento tra il prete e alcuni ventenni napoletani.

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