Chiaia, un branco già in azione
​è l'incubo di donne e giovani

Chiaia, un branco già in azione è l'incubo di donne e giovani
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 21 Dicembre 2017, 08:41 - Ultimo agg. 08:55
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Non è stata una rapina, nè possiamo parlare di un episodio di bullismo. Arturo è stato aggredito da quattro babycriminali, per ragioni che al momento nessuno conosce. O meglio. L’unica traccia può venire fuori a partire da questa mattina, solo se il 17enne riuscirà a sostenere le domande degli investigatori, se riuscirà a fornire elementi agli uomini della Mobile. In mancanza di testimoni, in mancanza di filmati, solo la sua voce e i suoi ricordi potranno aiutare a capire cosa ha scatenato quelle «quattro bestie» (parole della mamma di Arturo), che lo hanno pugnalato tre giorni fa in via Foria. 

Da ore si rincorrono le stesse domande: Arturo aveva litigato qualche giorno prima di essere brutalmente aggredito e ridotto in fin di vita? Era oggetto di scherno da parte di qualcuno? Gli avevano chiesto di consegnare soldi e cellulare? Domande che solo il 17enne ricoverato in ospedale è in grado di rispondere, di fronte alla mancanza di collaborazione. Al momento c’è una sola testimonianza agli atti. Si tratta di un passante, che ha avvertito la polizia dopo aver visto il ragazzo disteso a terra in una pozza di sangue. Per il resto, solito scenario di indifferenza e omertà, se si pensa che l’aggressione è avvenuta intorno alle cinque di un pomeriggio prenatalizio. 

Ma chi sono gli aggressori di Arturo? Qual è il nome delle bestie? Si tratta di giovanissimi, in gran parte minorenni, originari della zona di via Carbonara, di via Rosaroll, di piazza Cavour. Presidiano per ore la zona, impugnano coltelli e si divertono ad attaccare ragazzi più grandi. Quattro contro uno, coltellate contro persone inermi, potendo contare su famiglie sempre disponibili ad intervenire e a metterci una pezza agli occhi delle forze di polizia o di eventuali «rivali» occasionali. 

Indagine condotta dalla squadra mobile del primo dirigente Luigi Rinella, massima attenzione anche da parte del questore Antonio De Jesu, vengono scartate le prime ipotesi: non si tratta di babycriminali provenienti da altre zone di Napoli, smentita l’idea di aggressori provenienti da Scampia, ma la gang in azione dovrebbe essere radicata nel contesto a ridosso della caserma Garibaldi. 

 

Armi e violenza fine a se stessa, esattamente come accaduto a metà dello scorso novembre nella zona dei baretti di Chiaia, dove è nata una zuffa tra decine di minori senza alcun motivo. E anche i colpi sferrati ad Arturo sono simili a quelli registrati a Chiaia, segno di una moda criminale che si sta diffondendo in tutta l’area metropolitana. E basta fare un sopralluogo nella zona in cui è stato aggredito Arturo, che vengono fuori voci al momento al vaglio degli inquirenti: la stessa gang potrebbe aver già consumato aggressioni di questo tipo, finendo anche con il ferire una donna incinta. Voci di quartiere che esprimono il malessere dei residenti verso un fenomeno di questo tipo. 
Quanto basta a spingere il questore De Jesu a chiedere la collaborazione di tutti i cittadini, a partire da chi tre giorni fa ha assistito a una scena di violenza consumata in modo plateale. Al momento non ci sono soggetti identificati, neppure tra under 14: in queste ore, la polizia ha convocato diversi minorenni in questura per sottoporli all’attenzione dell’unico testimone, ma non sono stati riconosciuti. Dunque appare per il momento smentita l’ipotesi legata all’identificazione di alcuni under 14, che sarebbero stati riconsegnati ai genitori di fronte all’impossibilità di procedere nei loro confronti da un punto di vista penale. 

Intanto, l’intera area metropolitana resta alle prese con babygang armate. Due giorni fa, i poliziotti del commissariato di polizia Dante, hanno intercettato due scooter, con in sella quattro giovani (di 21 e 17 anni; di 16 e 15 anni): non si sono fermati all’alt, dileguandosi in via Montesanto, ma sono stati bloccati in via salita Tarsia. Dal controllo è emerso che un 15enne, passeggero di uno scooter, condotto dal 21enne, era in possesso di un coltello del tipo a farfalla, abilmente occultato negli slip. Cosa analoga veniva riscontrata anche nel corso del controllo del 17enne, passeggero dell’altro scooter, anch’egli in possesso di un coltello a serramanico, nascosto all’interno degli slip. Inutile sperare negli arresti, giustizia a maglie larghe per gli under 18, che sono stati solo denunciati per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, mentre i due soggetti armati anche per detenzione illegale di coltello.
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