Caso Materazzo, giallo sull’ora
​della morte del papà di Luca

Caso Materazzo, giallo sull’ora della morte del papà di Luca
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 2 Giugno 2017, 23:59 - Ultimo agg. 3 Giugno, 09:03
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Chiariamo subito un concetto: «È possibile escludere con certezza tecnica che la morte del signor Lucio Materazzo sia da ascrivere a causa meccanica violenta; e quindi non ebbe a trattarsi di una morte traumatica violenta». 
In trenta pagine, il docente Bruno Della Pietra risponde così al quesito principale posto dalla Procura di Napoli, nel corso dell’inchiesta bis sulla fine dell’imprenditore morto il 25 luglio del 2013 ad 83 anni. Un documento in parte edito, in quanto anticipato in questi mesi da indiscrezioni giornalistiche all’indomani della decisione della Procura di riesumare la salma dell’imprenditore: «Niente traumi, niente contusioni», nessuna traccia dunque di un eventuale litigio che avrebbe provocato la morte dell’anziano professionista di Chiaia e che avrebbe potuto aggravare la posizione di uno dei suoi figli, quel Luca Materazzo che resta latitante per la morte del fratello Vittorio. 

Trenta pagine, una consulenza che risponde al quesito principale, ma che ha anche il merito di fare luce su un punto avvolto per qualche anno da un alone di mistero: l’orario della morte di Lucio Materazzo. Particolare non proprio secondario, a leggere la denuncia firmata da Vittorio Materazzo prima di essere ucciso alla fine dello scorso novembre. Insomma, a che ora si spense (per un probabile arresto cardiocircolatorio), la vita del patron della famiglia di viale Maria Cristina di Savoia? Ora, alla luce proprio della consulenza firmata da Della Pietra, è possibile aggiungere un ulteriore tassello nel puzzle legato ad una storia familiare finita decisamente al centro della cronaca cittadina. 

Scrive il docente, nella sua risposta alla Procura di Napoli: «L’epoca della morte può essere retrodatata a 3-6 ore», chiarisce oggi Della Pietra. Un particolare in più rispetto a quanto si era appreso in quella mattinata di fine luglio, ma anche rispetto a quanto emergeva dal racconto dei testimoni, a partire da Scintilla Amodio, la donna che fino a quella mattina aveva convissuto con Lucio Materazzo: «Mi sono svegliata intorno alle 6.45, mi sono accorta che Lucio non era più nel letto, quando mi sono alzata l’ho trovato a terra. Era già morto», aveva verbalizzato la donna nella primissima fase delle indagini. 

Una ricostruzione che non chiariva l’orario del decesso, anche se offriva la suggestione di una morte avvenuta da poco (rispetto al risveglio di Scintilla), insomma più o meno all’alba di quella mattina del 25 luglio di quattro anni fa. 
Oggi, invece, il perito della Procura ha deciso di chiarire un punto, di indugiare sulla «storia» di un evento che ha fatto piombare un intero nucleo familiare in un clima di lutto, veleni e retropensieri. 


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