L'obiettivo finale era quelle di «esercitare, tramite altre persone, pressioni» sul governatore e ottenere, in danno di altri candidati, la nomina alla presidenza di una Asl nella Regione Campania. «Si tratta di fatti di particolare gravità perché dall'esito delle decisioni della Scognamiglio dipendeva l'eventualità di una nuova chiamata alle urne della popolazione dell'intera Campania», ha sottolineato il Pg Viola intervenendo oggi pomeriggio a Palazzo dei Marescialli e aggiungendo che «c'è stata una palese strumentalizzazione delle funzioni». Per questo, il Pg ha chiesto una sanzione 'pesantè e che raramente viene comminata come quella della perdita di un anno di anzianità. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 17 ottobre. «Se sono colpevole, sono colpevole per aver vissuto insieme venti anni con un uomo che ha tradito la mia fiducia e quella della mia famiglia», si è difesa Scognamiglio prendendo la parola e spiegando che il marito, dal quale ora è separata, «millantava».
«Non ritenevo di dovermi astenere - ha proseguito Scognamiglio - perché non ho mai ritenuto concrete le possibilità di mio marito di ottenere la nomina a presidente di una Asl per questioni di valutazioni e punteggio, e non ho mai pensato che la sua carriera dipendesse dalla nomina di De Luca».
Il prossimo 17 ottobre ci sarà anche l'udienza penale nella quale Scognamiglio e il marito separato Guglielmo Manna sono imputati, a Roma, «per induzione indebita a dare o promettere utilità».