Capri, invito nella suite dell’hotel di lusso: «polverina» nel drink, poi lo stupro

Capri, invito nella suite dell’hotel di lusso: «polverina» nel drink, poi lo stupro
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 9 Agosto 2018, 22:59 - Ultimo agg. 11 Agosto, 11:55
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Drogata con la polverina dello stupro, poi abusata. Tutto in una notte, in una suite di Capri, al centro del bel mondo vacanziero. È accaduto una ventina di giorni fa, almeno secondo quanto emerso da una denuncia firmata da una turista francese, una manager di 33 anni per un’azienda di alta moda, da anni habituè nella perla del Tirreno. Drogata e violentata all’interno di una suite di un albergo di lusso nell’isola azzurra. Ed è la stessa donna a puntare l’indice contro il suo presunto aggressore, un cittadino americano. Il fatto sarebbe accaduto alcune settimane fa, durante una vacanza sull’isola. Anche in questo caso, lo stupro sarebbe avvenuto dopo aver reso inerme la donna, grazie a un cocktail micidiale di alcol e di una sostanza che viene sciolta nel bicchiere e che rende impossibile qualsiasi forma di reazione. Una volta ripreso possesso della propria coscienza, la turista francese si è rivolta in commissariato a Capri, con una denuncia corredata da alcuni elementi di riscontro. Immediato è scattato il protocollo previsto per i casi di violenza sessuale, con tanto di tampone per attestare l’avvenuta violenza, ma anche per recuperare tracce della sostanza chimica che sarebbe stata sciolta nell’alcol. 

Inchiesta coordinata dal pm Barbara Aprea, magistrato in forza al pool reati contro le fasce deboli Raffaello Falcone, al lavoro polizia e carabinieri. Acquisite in questi giorni le immagini dal sistema di videcontrollo interno e esterno all’hotel, dalle quali emerge con chiarezza che la donna al momento dell’ingresso nella struttura era a stento in grado di camminare. Barcollava, al termine di una nottata in compagnia di amici, in cui si era bevuto molto.
 
Ma cosa è accaduto nella suite? E perché la donna è convinta di essere stata violentata dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti? 
La storia inizia qualche giorno prima del presunto stupro. In vacanza a Capri assieme a un’amica, la 33enne aveva preso in fitto un appartamento, come per altro abituata a fare ogni anno. All’improvviso però si registra un guasto nel sistema di aria condizionata, che spinge la 33enne e la sua amica a fidarsi di un conoscente, un turista americano che alloggia in una suite. L’uomo invita le due donne, che trascorrono la notte nello stesso ambiente. Stando alla denuncia, il turista statunitense avrebbe approfittato della condizione di incoscienza della sua ospite per abusare di lei. Una versione che nasce dalla certezza di essere stata drogata: non era consenziente, mai avrebbe assecondato le avances del cittadino americano - secondo quanto emerge dalla denuncia - e c’è la convinzione di aver assunto quella sostanza chimica, anche alla luce di una serie di elementi forniti dalla 33enne. 

Una vicenda simile a quanto accaduto due anni fa in un hotel della costiera sorrentina, dove ad agire contro una turista inglese fu un branco di almeno otto dipendenti della struttura alberghiera. Inchiesta che ora fa i conti con le distanze e con l’esigenza di congelare elementi di prova a carico del presunto aggressore. Poche ore dopo aver firmato la denuncia, la manager francese ha lasciato l’isola, scegliendo altre mete per le sue vacanze. In questi giorni, la Procura ha stabilito un contatto con la vittima della presunta violenza, concordando anche una audizione protetta per i prossimi giorni. Obiettivo è congelare eventuali elementi di prova a carico del turista che, nel frattempo, ha già fatto ritorno in America. Contatti anche con l’altra donna, l’amica della manager, che può svolgere un ruolo decisivo per chiarire cosa sia accaduto nella suite e quale fosse lo stato psicologico della 33enne francese. 
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