Caos rifiuti a Torre del Greco: protesta con il fuoco, distrutta l'isola ecologica

Caos rifiuti a Torre del Greco: protesta con il fuoco, distrutta l'isola ecologica
di Francesca Raspavolo
Martedì 13 Novembre 2018, 11:00
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TORRE DEL GRECO - Nuovo rogo di rifiuti a Torre del Greco, città da 85mila abitanti soffocata da sei mesi da una gravissima emergenza igienico-sanitaria: nella notte tra domenica e lunedì si è sviluppato l'ennesimo incendio di notevoli dimensioni nell'isola ecologica di corso Garibaldi, al porto, nella zona della movida e dei locali. Immediato l'intervento dei vigili del fuoco che hanno spento le fiamme, ma per oltre due ore residenti e ristoratori sono stati costretti a barricarsi per l'odore acre che è arrivato fino ai primi piani dei palazzi. Indagini in corso per risalire agli autori del raid, che sono riusciti a «beffare» il sistema di sorveglianza installato in zona: hanno innescato il rogo alle spalle delle telecamere, rendendo così difficile il lavoro degli investigatori. Spento l'incendio, sono partiti i rilievi. I resti carbonizzati di plastica, carta e umido sono stati sequestrati e affidati in custodia giudiziale all'azienda che si occupa della nettezza urbana. La Procura ipotizza il reato di illecita combustione di rifiuti al momento a carico di ignoti.
 
È l'ennesimo rogo tossico di rifiuti da quest'estate: in questi mesi di prelievi a singhiozzo della spazzatura sono già andate in cenere l'isola ecologica di San Gennariello, complesso di edilizia popolare della periferia di Sant'Antonio, poi quella di via del Lavoro, a due passi da uno stabilimento metalmeccanico e quella di viale Sardegna, nell'ex mercato ortofrutticolo che oggi ospita il comando distaccato dei vigili urbani. Secondo quanto appurato dalla polizia municipale, gli incendi sono tutti di matrice dolosa e sembrano essere diventati la soluzione «fai da te» al male dei rifiuti. Una larga parte di cittadini e commercianti, esasperati dalla crisi, approva infatti la scelta criminale del fuoco: «Abbiamo la spazzatura sotto casa da sei mesi, siamo invasi dai topi: hanno fatto bene a incendiare l'immondizia», si legge sui social. Ma le associazioni ambientaliste condannano i raid: «I rifiuti non vanno mai incendiati, i fumi sprigionati dalla plastica combusta sono tossici e cancerogeni: se vogliamo protestare, portiamo i sacchetti in municipio».

Tre le cause della crisi: i problemi di saturazione degli stir, i rallentamenti alla terza linea del termovalorizzatore di Acerra e le difficoltà gestionali della Gema, il consorzio di Pagani che nel 2017 si è aggiudicato l'appalto di raccolta da 46 milioni per 5 anni: in questo primo anno di lavoro l'azienda ha ricevuto multe per 600mila euro. «Fin dall'inizio si sono avuti notevoli disservizi sia nella rimozione, sia nella mancata selezione dei rifiuti, sia sullo spazzamento che hanno determinato l'irrogazione di penalità - fa sapere il Comune - a tutt'oggi la ditta risulta ancora inadempiente e questo ha comportato un considerevole calo della percentuale di differenziata con l'aumento della percentuale di rifiuti indifferenziati in strada».

Un settore maledetto, già finito nel mirino della magistratura. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un'inchiesta sulle ultime amministrative per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa delle operazioni elettorali. Indagati otto netturbini, un commercialista, un consigliere comunale: secondo i magistrati, alcuni politici sarebbero stati votati in massa dagli spazzini assunti part-time. Prima ancora, nell'agosto 2017, una presunta corruzione nell'appalto dei rifiuti aveva portato all'arresto del sindaco Ciro Borriello (oggi libero e a processo di primo grado), accusato di aver intascato tangenti per favorire gli imprenditori dei rifiuti.
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