Campi Flegrei: nuova scoperta
archeologica sulla sella di Toiano

Campi Flegrei, nuova scoperta archeologica sulla sella di Toiano
Campi Flegrei, nuova scoperta archeologica sulla sella di Toiano
di Antonio Cangiano
Sabato 24 Febbraio 2018, 14:26
3 Minuti di Lettura

«Desideriamo condividere questa breve relazione con voi tutti per aumentare l'interesse collettivo relativo all'importante (ma oggi sofferente) area del monte Gauro». Con queste parole Cristiano Fiorentino, amministratore della pagina Facebook Archeoflegrei, annuncia l’ultimo importante ritrovamento archeologico in ordine di tempo nei Campi Flegrei. Un documento prezioso che descrive minuziosamente la struttura ritrovata a seguito di un intenso lavoro fatto di ricerche, sopralluoghi e rilievi attuati nei mesi scorsi sulla collina del monte Gauro nel comune di Pozzuoli.
 

 

Il sito, secondo quanto riferiscono gli scopritori Cristiano Fiorentino e Gennaro Lubrano,  è ubicato sul versante occidentale del monte Gauro, quasi al centro della cosidetta sella di Toiano, tra il monte Sant’Angelo a nord e il monte Barbaro (detto anche San Salvatore) a sud. Esso si trova a circa 15 m. a nord dei nuovi tralicci dell’alta tensione, nei pressi dell’incavo della vecchia, e oggi ostruita, mulattiera che da Toiano conduceva alla masseria Ricettiello e quindi al Campiglione.
 
«Della struttura rimane un ambiente voltato seminterrato e dei setti murari dello spessore più o meno costante di circa 55 cm che descrivono con certezza il perimetro di tre ambienti pressoché rettangolari.

Su tutti i lati della struttura, eccetto quello occidentale, si osservano prolungamenti dei setti murari che fanno ipotizzare l’esistenza di altri ambienti non attualmente rilevabili. I muri emergono a malapena dal terreno pertanto è difficile definire la tecnica costruttiva e quindi ipotizzare una datazione. Sono realizzati da corpi irregolari in pietra di tufo. Tra i vari ambienti, e comunque lungo nessun muro visibile, non sono state trovate aperture dei vani che probabilmente sono interrate.

Non sono state rilevate tracce di intonaco. Sul limitare occidentale del sentiero, partendo da qualche decina di metri al disotto dell’eremo del Sant’Angelo e fino alla struttura in oggetto, è stata constatata la presenza di una grossa quantità di cocci ed in particolare, nell’area del sito interessato, ampi resti di tegole senza sigilli. Uno scavo sistematico ed uno studio scientifico potrebbero fornire sicuramente maggiori e importanti dati e informazioni».
 
Le prime tracce dell’uomo su monte Gauro risalgono al XV-XIV sec. a.C. e sono da rintracciare nei pressi di monte Corvara-Montagna Spaccata. Si tratta di nove siti che hanno restituito ceramiche ascrivibili alla civiltà appenninica. Le testimonianze scompaiono per tutto il periodo che va dall’età del Bronzo Medio sino all’età ellenistica, probabilmente per la ripresa dell’attività vulcanica dei campi Flegrei.

Nel 343 a.C. l’area fu teatro di un memorabile scontro, la cosidetta battaglia del Gauro combattura tra romani e sanniti e  inta dal console romano Marco Valerio Corvo che a seguito di ciò, sull’omonimo monte, costruì la sua villa. Nel 216 a.C., dopo rifiuto di Cuma di unirsi alla rivolta antiromana intrapresa da Capua, ci fu un'altra memorabile battaglia presso il santuario di Hamae (per alcuni studiosi localizzato nei pressi di Torre Santa Chiara a Monterusciello, per altri proprio sul monte Gauro).
 
 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA