Campi Flegrei, nuovo metodo di analisi
«Passo avanti per prevedere eruzioni»

Campi Flegrei, nuovo metodo di analisi «Passo avanti per prevedere eruzioni»
di Pasquale Guardascione
Domenica 23 Aprile 2017, 12:07 - Ultimo agg. 12:17
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POZZUOLI. Un nuovo metodo di analisi dei gas, in tempo reale, indicherà lo stato di evoluzione dei Campi Flegrei. «L'analisi e la trasmissione in tempo quasi reale dei dati geochimici di un vulcano rappresenta un passo avanti importantissimo per il monitoraggio dei vulcani, verso la previsione delle eruzioni», ha spiegato il professor Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca dell'Osservatorio vesuviano dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
 

 

Una sorta di vera e propria interrogazione della caldera sviluppato dagli esperti dell'Ingv in collaborazione con l'Università della Campania Luigi Vanvitelli e con il Geo Forschung Zenter di Postdam in Germania. Il progetto è stato sperimentato su una delle aree fumaroliche e di degassamento più attive dei Campi Flegrei, vale a dire il versante della zona dei Pisciarelli ad Agnano. «Finora l'analisi dei dati geochimici nelle fumarole è realizzata mediante campionamenti manuali, periodici o occasionali, sulle fumarole stesse - spiega De Natale -. Le ampolle con i gas prelevati dalle fumarole sono poi portate in laboratorio, dove l'utilizzo di uno spettrometro di massa consente di calcolare le concentrazioni di tutti i gas di interesse vulcanologico. Con il nuovo metodo, uno spettrometro di massa portatile di nuova concezione, chiamato quadrupolo, viene installato vicino alla fumarola, ed un sistema di canalizzazione dei fumi fumarolici viene installato in modo da realizzare l'ingresso dei fumi, con continuità, nell'apparecchio analizzatore. In tal modo, in uscita dallo spettrometro di massa si ottiene in maniera continua la concentrazione di tutti i gas che hanno interesse vulcanologico. I risultati di tali analisi vengono quindi trasmessi, in tempo quasi reale, al Centro di Sorveglianza».

Le analisi saranno trasmesse, via radio o wi-fi, direttamente al centro di monitoraggio, che può essere localizzato anche a decine o centinaia di chilometri di distanza dalle fumarole monitorate. «In questo modo si realizza, per la prima volta, un sistema che consente di conoscere in tempo reale le concentrazioni di tutti i gas di interesse - continua il professor Giuseppe De Natale -. Questo sistema, sperimentato per un certo periodo sulla fumarola di Pisciarelli come spiega il nostro lavoro, sarà installato, entro pochi giorni, per la prima volta in maniera permanente anche all'interno della Solfatara. È stato infatti realizzato vicino alla fumarola principale un casotto di legno che ospiterà lo spettrometro di massa portatile, ad una certa distanza dalla fumarola; un tubo convoglia i fumi dalla fumarola al casotto, e quindi allo spettrometro di massa». 

Il nuovo sistema risolverà alcuni importanti problemi dei dati geochimici rilevati manualmente nel lavoro dei vulcanologi fino ad oggi. «Il primo è che i campionamenti manuali, in aree vulcaniche particolari possono essere pericolose, specialmente quando il vulcano manifesta segnali pre-eruttivi - afferma De Natale -; il secondo è che questi dati rilevati manualmente non sono continui, e quindi si possono facilmente perdere eventuali variazioni molto rapide, che sono invece importantissime per capire l'evoluzione dell'attività di un vulcano immediatamente prima di un'eruzione.
Poi, ovviamente, campionamento ed analisi di laboratorio richiedono un certo tempo, e quindi l'informazione non è disponibile in tempo reale come lo sono invece i dati geofisici principali come la sismicità e le deformazioni del suolo». La ricerca realizzata ha una valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate applicazioni in merito agli aspetti di protezione civile. Dal 2012 la caldera dei Campi Flegrei è ad un livello di allerta "giallo" di attenzione ed è continuamente monitorata e studiata dal team di esperti dell'Osservatorio Vesuviano. 

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