Campania, casi di tubercolosi in aumento: piano della Regione

Campania, casi di tubercolosi in aumento: piano della Regione
di Ettore Mautore
Mercoledì 1 Novembre 2017, 16:31
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Aumentano i casi di tubercolosi in Campania, la Regione prepara un piano per fare fronte alle nuove esigenze. Ma intanto, sono stazionarie le condizioni del bambino rom di due anni ricoverato nella rianimazione del Cotugno per una grave forma di Tbc cerebrale. I sanitari del polo infettivologico campano, dopo il trasferimento della piccola avvenuto nei giorni scorsi dal Santobono, hanno rintracciato (non senza difficoltà, come spesso avviene per le popolazioni nomadi) i parenti del bimbo che abita in un campo del casertano. Per fortuna, benché portatrice della malattia, anche la mamma è affetta da una forma «non bacilifera» (ossia non infettiva) del morbo. Ma la Tbc resta un grave ed emergente problema di salute pubblica in Campania come nel resto d'Italia e d'Europa, sia per le popolazioni immigrate, indebolite da promiscuità e carenze alimentari e igieniche, sia per la popolazione autoctona, nelle categorie di pazienti che scontano una debolezza immunitaria dovuta a cure oncologiche, trapianti, terapie per malattie autoimmuni, Hiv e varie fragilità legate all'età e ad altre patologie. Un problema che implica misure di prevenzione e di protezione stringenti per i cittadini e anche per il personale dei reparti specializzati.

Nell'ospedale collinare di Napoli, dove approdano la maggior parte dei casi di tutta l'area metropolitana di Napoli e oltre, sono attualmente ricoverati (nel reparto di emergenze infettivologiche a indirizzo neurologico), altri due bambini africani con la forma cerebrale dell'infezione. Un'altra ragazza è giunta ieri al pronto soccorso dell'ospedale. Ma decine di altri casi sono presenti nella Tisiologia diretta da Roberto Parrella di cui almeno uno resistente agli antibiotici. Una forma della malattia che fa paura per i rischi epidemiologici che comporta (anche per il personale) e per le difficoltà di cura.

Casi, questi ultimi, che riguardano soprattutto le popolazioni proveniente dell'est Europa dove sono stati trattati in passato con cicli di antibiotici sbagliati e per tempi insufficienti così da selezionare forme resistenti poi riacutizzate dopo qualche anno di permanenza in Italia per carenze nutrizionali e insane abitudini di vita.
Sul nodo della Tbc sono accesi i riflettori della Regione che sta raccogliendo i dati sull'incidenza della malattia e mettendo a punto nuove linee guida dopo quelle del varate nel 2009 rimaste lettera morta. Dal 2014, ossia da quando un reparto di Tisiologia è stato trasferito al Cotugno dal Monaldi (dove è ancora presente una unità operativa), i casi di Tbc polmonare registrati nel polo infettivologico sono stati 115 nel 2015 (40% italiani), 111 nel 2016 (48% italiani), e 103 nei primi 7 mesi del 2017 (31% italiani). Di questi 329 casi 17 sono della forma multi resistente.

Obiettivo di Palazzo Santa Lucia è affilare le armi per la profilassi e per migliorare le cure. Uno dei nodi da sciogliere riguarda la reperibilità di alcuni antibiotici a basso costo non più in commercio, omogeneizzare i protocolli di trattamento, realizzare una rete tra i reparti pediatrici e per adulti ospedalieri e universitari con unità di tisiologia nell'abito una più ampia strategia di controllo delle infezioni nella fasce di popolazione a più forte disagio.