Campania, caccia ai medici furbetti. Superprimari, De Luca insiste: attività intramoenia nel mirino

Campania, caccia ai medici furbetti. Superprimari, De Luca insiste: attività intramoenia nel mirino
di Ettore Mautone
Sabato 2 Aprile 2016, 08:38 - Ultimo agg. 12:43
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Abbattere le liste d'attesa e puntare a un'organizzazione razionale della Sanità campana: mentre si lavora al piano ospedaliero è sui pazienti in coda per ricoveri e interventi chirurgici che l'amministrazione regionale concentra l'attenzione. A ribadirlo lo stesso Governatore De Luca nel consueto appuntamento settimanale con Lira Tv. Intanto commissari e manager sono stati allertati per trasmettere i dati aggiornati relativi ai tempi per ricoveri e prestazioni ambulatoriali. Obiettivo valutare l'impatto dei nuovi turni di lavoro (entrati in vigore a novembre) che, hanno in molti casi hanno rallentato l'attività istituzionale e verificare la proporzione tra attività istituzionale e quella privata (intramoenia). «Continuiamo a registrare anomalie avverte De Luca che vanno eliminate quando non vi sia proporzione corretta come il 70-80 per cento di attività pubblica e il 20-30 per cento privata. Faremo un censimento, dobbiamo avere ospedali e sale operatorie che funzionano per tutti, non solo per clienti privati. È importante vedere se c'è un rapporto tra l'allungamento delle liste d'attesa e l'allungamento delle prestazioni private in ambito pubblico».

In Campania, l'attività intramoenia è regolata da codici interni di ogni ospedale. L'unico vincolo è la legge che impedisce che le ore dedicate all'attività privata superino quelle istituzionali. Ma l'impressione, a sentire sindacati medici e operatori, il nodo vero è la carenza di camici bianchi, soprattutto anestesisti tecnici e infermieri. A Na 1 gli scostamenti, rispetto agli standard sulle classi di ricovero (A se urgenti da trattare entro 30 giorni, B meno gravi e da trattare entro 60 giorni) si registrano soprattutto nelle chirurgie con 42 e 84 giorni di attesa per ricoveri A e B al San Giovanni Bosco. Si sale a 121 giorni per gli interventi di tipo B all'Ascalesi per raggiungere il picco di 203 giorni nelle urgenze differibili agli Incurabili e 131 giorni per l'Ortopedia. Quasi due mesi l'attesa al San Paolo per le urgenze di chirurgia laparoscopica, oltre 2 mesi di coda per un posto in Ortopedia. Stessi numeri al Vecchio Pellegrini con 80 giorni per un ricovero programmato nel centro di chirurgia della mano. 

Un ingolfamento che parte dai pronto soccorso e dalle eterne barelle. Una situazione che non si riesce più a controllare avverte Peppe Galano, responsabile del sindacato degli anestesisti nonostante gli allarmi e i gravi disagi l'unica novità è l'ingresso in servizio di 3 anestesisti (specialisti ambulatoriali) che saranno utilizzati tra Loreto Mare, San Giovanni Bosco e ospedale di Capri. In difficoltà c'è il San Paolo dove tra l'altro a breve, andranno in pensione un altro paio di unità. Non va meglio al Cardarelli dove all'iperafflusso giornaliero nel Dea fa riscontro l'affollamento dei vari padiglioni di smistamento. Fatte salve le urgenze per gli oncologici, dove i codici di priorità sono rispettati, i ricoveri programmati in Urologia, Chirurgia generale e Ortopedia scontano oltre un anno di attesa. Si scende a 4-5 mesi per interventi in Day surgery (tunnel carpale, cataratta ecc) dove non c'è bisogno del posto letto. Tempi lunghi anche al Pascale dove i pazienti, in teoria, sono tutti a rischio. 
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