Sette dicembre 2011: quando gli agenti della Polizia di Stato catturano Michele Zagaria, il superboss del clan dei Casalesi, cade anche l'ultimo diaframma che tiene sotto scacco l'intera comunità casertana, e non solo. Quell'operazione rappresenta il successo dello Stato, è il riconoscimento al lavoro dei magistrati e delle forze dell'ordine che finalmente danno scacco matto all'utimo potentissimo boss di Terra di Lavoro.
Per ricordare quel giorno, e per rilanciare la strategia di lotta alle mafie che fu il cosiddetto modello Caserta, martedì 20 giugno a Napoli, presso la Sala Caduti di Nassirya del Consiglio Regionale della Campania (Centro Direzionale, Isola F13) di quell'esperienza investigativa straordinaria e delle prospettive investigative per la lotta al crimine organizzato parleranno alcuni dei protagonisti del pool creato dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea. Il convegno - organizzato dalla Commissione speciale anticamorra e beni confiscati presieduta dal consigliere regionale Carmela Rescigno - ha per tema: «Il contrasto alle organizzazioni criminali e camorristiche: la disarticolazione del clan dei Casalesi e il modello Caserta».
Intervengono molti dei magistrati che furono protagonisti di quella offensiva giudiziaria contro la camorra casalese: tra loro, l'europarlamentare Franco Roberti, ex coordinatore della Dda di Napoli, Giovanni Conzo, procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, Francesco Curcio, procuratore della Repubblica a Potenza; i procuratori aggiunti presso la Procura di Napoli, Raffaello Falcone e Alessandro Milita, il generale Andrea Rispoli, comandante interregionale dei carabinieri Ogaden, il comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Giancarlo Trotta e il questore vicario di Caserta Andrea Curtale.